Segrate, scioglimento Idroscalo, Figini: «Una decisione assurda e irrispettosa»
Il consigliere del CdA di Idroscalo, Federico Figini, nominato dal Comune di Segrate senza mezzi termini parla di una decisone che non ha tenuto conto del lavoro svolto e del periodo pandemico. Assurdo chiedere il pareggio di bilancio.

Federico Figini Il rappresentante del CdA di Idroscalo per Segrate, della lista civica I Like Segrate
Federico Figini, rappresentante per Segrate nel CdA dell’Ente metropolitano di gestione dell’Idroscalo, l’avevamo intervistato due giorni prima del clamoroso annuncio di azzerare l’organo di autogoverno del “mare dei milanesi” (qui l’articolo) da parte del sindaco Sala e nulla lasciava presagire che avremmo dovuto richiamarlo per rifare l’intervista. Nel primo incontro avevamo parlato del ritardo dell’insediamento del nuovo CdA ma anche molto di progetti e futuro del grande parco a est di Milano.
Domanda: consigliere
Figini, dal tono della prima intervista, era evidente che non si aspettava un
epilogo del genere, quando ha saputo dello scioglimento del CdA?
La conferma l’ho avuta leggendo la
vostra notizia su 7Giorni e su SEGRATE.INFO, avevo avuto qualche avvisaglia due
giorni dopo la nostra intervista, ma la conferma sostanzialmente l’ho avuta dai
voi.
E che idea s’è fatta della vicenda?
È una brutta storia politica, che è
girata tutta su una nomina politica ma tutta la vicenda trovo sia assurda e
irrispettosa. Una mancanza di rispetto personale e di educazione istituzionale.
Consigliere ma lei
sul suo profilo FB ha scritto che “il tavolo è saltato perché fin dalla nascita
dell’Istituzione alcune nomine sono state fatte con una ottica diversa dal
cercare il bene di Idroscalo, volendo danneggiare l’avversario. Regione, la Lega e Salvini continuavano nel
voler perseguire tale logica distorta, confermando il loro becero modo di fare
politica”, ma a capo dell’istituzione c’è sostanzialmente il sindaco Sala e il
centro sinistra di cui anche lei fa parte in rappresentanza
dell’amministrazione segratese. Mentre, sempre da ambienti attorno al CdA
dell’Idroscalo fanno riferimento a un tentativo di mettere sotto il tappeto la
macerie di una gestione, diciamo, non felice.
Quando siamo arrivati due anni fa
abbiamo trovato una situazione di disattenzione amministrativa, c’erano tante
cose da sistemare, in termini di concessioni, di contratti. In questi due anni,
anche con l’aiuto della dirigente (Pinoschi, N.d.R) che è stata efficiente ed
efficace, siamo andati a migliorare e a sistemare tante cose, sia a livello di
parco che amministrativo. Quindi, da quel punto di vista io non ravviso
problemi del genere, anzi, a mio avviso tutto stava migliorando. Mentre la cosa
che mi fa molto arrabbiare è la motivazione ufficiale per lo scioglimento
dell’Istituzione, ovvero il mancato raggiungimento dell’equilibrio di bilancio. L’Istituzione è nata nel 2019, il CdA
si è insediato a luglio del 2019, premetto che nessuno ci ha dato
quell’obiettivo come mandato, ma anche volendo vorrei capire come avremmo
potuto raggiungere l’autonomia finanziaria in due anni mentre era in corso una
pandemia? Ovunque c’è stata una politica di sospensione, di aiuti e rinnovi di
concessioni condonati e prorogati, noi dell’idroscalo saremmo stati gli unici a
dove conseguire il pareggio di bilancio?
Ma poi, tra l’altro, noi abbiamo dovuti seguire le indicazioni di Città
Metropolitana e abbiamo dovuto rinnovare tacitamente le concessioni perché
c’erano le concessionarie che non erano in grado di pagare gli affitti. Neanche
un mago di Wall st. avrebbe potuto fare di meglio per un Parco che basa le sue
entrate su canoni di affitto che non arrivavano e sugli eventi che non si
potevano organizzare, come avremmo potuto raggiungere il pareggio di bilancio?
Ma qual è il futuro
dell’Idroscalo, cosa comporta l’ingresso dei privati, ci toccherà pagare il
biglietto per entrare?
Questa è una questione fondamentale.
Noi, come Segrate, avevamo proposto già dal 2018/19 l’idea di una fondazione,
al posto dell’Istituzione che ha una natura ibrida, parte indipendente e in
parte legata all’ingerenza della politica e di Città metropolitana, la
fondazione avrebbe avuto una dinamica più reattiva alle dinamiche al mercato e
una sua vera autonomia, ovviamente molto dipende da come questa fondazione
viene costruita, la governance, i capitali, lo statuto. Per fare tutto ciò ci
vuole un tavolo di lavoro condiviso con tutti i comuni e tutte le realtà coinvolte,
non si può seguire un approccio come fatto nello smantellamento
dell’Istituzione.
E il ruolo dei
privati?
Il Parco è un bene pubblico, a disposizione di tutti i cittadini e il
coinvolgimento dei privati va bene ma all’interno di un perimetro ben definito.
Noi stavamo lavorando in questa
direzione e auspico che il parco rimanga tale, a disposizione di tutti i
cittadini e che non diventi un parco con biglietto d’ingresso perché
l’Idroscalo è patrimonio di tutti.
Quindi, il Parco dell’Idroscalo si avvia verso una gestione commissariata per avviare la procedura di riassorbimento da parte di Città metropolitana e come dice Figini “si è lavorato due anni per renderlo indipendente e adesso si lavorerà sei mesi per riportalo dov’era”.
Roberto Spampinato