Situazione stadi: ieri ed oggi

Dopo il primo tragico lockdown, infatti, di soluzioni e DPCM se ne sono alternati parecchi ed oggi la situazione è comunque leggermente più chiara rispetto a mesi fa

Proviamo per un attimo ad immaginare ed a ricordare la situazione sportiva prima della pandemia. Pensiamo ad una domenica come tante nelle quali, magari accompagnati dalla nostra famiglia o da un gruppo di amici, andavamo tutti assieme allo stadio vestendo i colori della nostra squadra del cuore pronti ad incitarla.

Magari, se eravamo proprio in vena, potevamo anche intonare dei cori di incoraggiamento e di sostegno, mai di denigrazione, ai calciatori sul campo. Questi ultimi, ovviamente, sempre sotto gli occhi vigili del proprio allenatore e degli arbitri oltre che dei giocatori avversari.

Palla al centro, fischio d'inizio partita, il primo calcio e tutto lo stadio “esplodeva” in un boato destinato a ripetersi, anche in minima parte, durante i momenti più salienti della partita, i calci di rigore, gli eventuali falli ed il fischio finale dopo i minuti di recupero del novantesimo.

Dopo l'incontro, la cosa più normale da fare era festeggiare un po' tutti assieme andando a mangiare qualcosa oppure ritornare a casa propria e godersi una domenica di sacrosanto relax. Ovviamente la stessa cosa vale anche in caso di sconfitta, del resto, ci si dovrà pure “consolare” in qualche maniera, giusto?

Da non dimenticare poi che, se si era abbastanza fortunati ed i giocatori disposti a stare un po' con i tifosi, poteva essere anche l'occasione buona per scattarsi un selfie assieme a loro, fare quattro chiacchiere e magari farsi firmare un autografo o due per amici e parenti.

Mica male vero? Comunque sia, è tempo di ritornare con la mente al presente che è un po' più triste e grigio. Un presente dove la pandemia da Covid – 19 è ancora molto presente, sia in Italia che nel resto del mondo, e le limitazioni sono all'ordine del giorno.

Dopo il primo tragico lockdown, infatti, di soluzioni e DPCM se ne sono alternati parecchi ed oggi la situazione è comunque leggermente più chiara rispetto a mesi fa. Grazie al passaggio di molte regioni italiane in zona gialla ed al successo che sta avendo la campagna vaccinale, si sono riacquistate un po' di libertà in più.

E questo vale sia per le attività commerciali che hanno potuto riaprire e per i cittadini che hanno ricominciato a spostarsi tra comuni e regioni. Ma i tifosi? Purtroppo, ancora per un certo periodo di tempo, saranno “costretti” a seguire le partite da casa propria o piazzare alcune scommesse sportive su siti certificati perché di tornare tutti allo stadio è una sorta di utopia.

Certo, è vero che si sta discutendo se riaprire un minimo gli stadi e gli spalti, ma per il momento le uniche persone che varcano le loro porte sono i giocatori delle squadre, gli allenatori, gli arbitri ed i membri dello staff per riprese e manutenzione.

Tra le opzioni si parla dell'estate, soprattutto per le ultime giornate di campionato, ma anche in quel caso gli accessi saranno limitati ed occorrerà mantenere il giusto distanziamento e la mascherina su naso e bocca.

Speriamo che tutto questo finisca presto perché uno stadio ha anche i suoi costi, “espressi” in tasse e manutenzione, ed in questo periodo la moneta scarseggia.