A Viboldone “Il borgo c’è”: nel pomeriggio di domenica scorsa la Festa del Volontariato ha rianimato il borgo

Un pomeriggio tra fotografie, musica e testimonianze per chiedere nuova vita al borgo e al suo patrimonio rurale e culturale. Sei associazioni uniscono le forze per salvare uno dei luoghi più affascinanti e dimenticati del Sud-Est Milano

Foto di Manolo Palumbo

Foto di Manolo Palumbo

C’è voluto tutto l’impegno di ben 6 Associazioni, di cui 5 della Consulta della cultura di San Giuliano Milanese, per proporre un pomeriggio diverso a Viboldone, celebre per la bellissima Abbazia degli Umiliati, la tanto amata dal prof. Edo Bricchetti del Politecnico di Milano che ne ha elogiato la bellezza e la misura nel suo libro “Andar per Abbazie”. Il cattedratico ha tenuto una prolusione singolare per la mole di informazioni sull’arte che racchiudono le Abbazie di Milano fino a Morimondo, la fine del mondo. Ma andiamo con ordine. Alle 15 è partita la l’animazione teatrale dei bambini a cura della Compagnia Mollettateatro. Avreste dovuto vedere le facce, le boccacce, i gesti insoliti dei bambini e dei grandi nel dare vita al proprio corpo come prodromo e riferimento alle strutture di questo borgo bellissimo e abbandonato, forse sedotto come il celebre film di Pietro Germi. E poi Edoardo e Manolo, che hanno esposto su quattro griglie una serie di foto che rappresentano la desolazione in cui versano in parte le strutture rurali delle cascine, in parte gli esempi di un loro riuso in campo ricettivo o didattico. Hanno dato vita alla CascinApp.it, che nasce dall’amore di un patrimonio che deve essere conosciuto, amato e restaurato con la mole di informazioni che si possono trarre dalla loro invenzione: le produzioni agricole, le attività casearie, gli insaccati, il vino, il riso, ecc., l’attività agrituristica e il turismo spirituale e dolce. Il progresso non deve significare oblio, hanno ribattuto tutti gli intervenuti, chiedendo di valorizzare le strutture e gli oggetti di uso quotidiano che devono trovare una degna sistemazione, come il Museo spontaneo raccolto da Francesco Sala alla Cascina Cantalupo o quello custodito da Elisabetta Viganò, realizzato dalla madre Luisa Carminati. E poi a suggello la banda. L’abbiamo vista arrivare dal paese, a piedi, e la gente ha gioito come fossero tutti dei bambini che finalmente possono organizzare financo una processione itinerante lungo la via Folli, l’unica che taglia il borgo lungo la direttrice est-ovest. L’iniziativa riuscitissima ha coinvolto qualche centinaio di persone, amanti di Viboldone e del borgo, spiacenti che quest’abbandono foriero di degrado possa compromettere la sua stessa esistenza. L’abbiamo sentito direttamente negli interventi, dalla bocca dei suoi abitanti di una volta che hanno trascorso qui la giovinezza. Nostalgia? Sì, tanta. E che c’avete contro la nostalgia? Diceva Carlo Verdone, l’attempato signore in “La grande bellezza” di Sorrentino. Un pomeriggio di allegria, sotto il sole cocente di fine maggio. Una grande prova di affetto. Sale il grido di dolore per questa ferita che non si rimargina e che rischia di infettarsi. Perciò tutti i presenti erano convinti di ritornare nel borgo fino a quando i soggetti preposti, primi fra tutti la proprietà, Società Agricola Viboldone, e il Comune, non se ne occupano, in sé e come stimolo per rimettere in vita tutto un patrimonio rurale e architettonico di valore, trascurato ma che ha bisogno come il borgo di Viboldone di essere riportato in vita e di essere utilizzato al meglio. Su iniziativa della Associazione per la salvaguardia e la valorizzazione di Viboldone, hanno partecipato l’Associazione Culturale Orizzonte A.P.S., la Compagnia Mollettateatro, CascinApp.it, Associazione Luna Rossa e il Corpo bandistico della Libertà. Per info e sostegno alle ulteriori iniziative previste e necessarie: [email protected], tel. 3343774168.
Paolo Rausa