Cerro al Lambro: quale futuro per l’area ex Saronio?

Gli enti coinvolti parlano di cooperazione, ma non mancano i rimpalli; ancora non è chiaro a chi faccia capo la bonifica ambientale dell'ex Industria Chimica a Riozzo

L'area del Centro chimico militare

L'area del Centro chimico militare a Riozzo, frazione di Cerro al Lambro, durante le fasi di pulizia prima della caratterizzazione del 2018 (credits: Melegnano Web Tv)

A chi fa capo la bonifica ambientale del Centro chimico militare (Ccm) ex Industria Chimica dr. Saronio a Riozzo, frazione di Cerro al Lambro? Questo sembra essere il dubbio principale emerso dalle dichiarazioni rilasciate a 7giorni dal sindaco Marco Sassi e dal rappresentate dell’Esercito Tenente Colonnello Andrea Riccardo Agnella dopo la Conferenza dei Servizi (CdS) tenutasi il 18 febbraio 2019 presso Regione Lombardia.

«La conferenza dei servizi si è tenuta in un clima cordiale e collaborativo – ha riferito Marco Sassi, sindaco di Cerro al Lambro – ma come Comune abbiamo confermato l’intenzione di non acquisire l’area dal Demanio, cosa che peraltro doveva avvenire entro il 31 dicembre 2018 secondo quanto stabilito dalla legge finanziaria in merito al federalismo demaniale. Non avendo ricevuto comunicazione sui fondi necessari alla bonifica ambientale da parte di Regione Lombardia abbiamo preferito non deliberare sull'acquisizione e dunque, con la scadenza, tutta la procedura è automaticamente decaduta.  Questa decisione è stata presa onde evitare che il Comune di Cerro al Lambro dovesse accollarsi i costi della bonifica, cosa che per le casse comunali sarebbe impossibile sostenere, perché se è vero che l’area ex Saronio rientra in un Sito di interesse regionale (Sir) è pur vero che Regione Lombardia ha detto chiaramente che ritiene la bonifica ambientale di competenza del Ministero della Difesa dal momento che fa riferimento a normativa specifica e dipende da quest’ultimo».

Di diverso avviso il Tenente Colonnello Agnella: «Il sindaco Sassi ha confermato l’orientamento di non acquisire l’area, quindi il bene non potrà più essere ottenuto a titolo gratuito dal Comune ma potrebbe rientrare in un piano straordinario di vendite perché non più di interesse per l’amministrazione militare. Sarà dunque acquistabile solo a titolo oneroso. Inoltre, stando alle indicazioni dell’Agenzia del Demanio, sembra siano possibili le demolizioni dei ruderi non protetti da vincoli perciò l’Esercito valuterà, tramite il suo reparto Infrastrutture, i costi di demolizione e Regione Lombardia pagherà per un potenziale approfondimento ambientale sulle aree che prima non erano state investigate in quanto coperte. Fermo restando che anche Regione Lombardia ha sottolineato che la bonifica ambientale non era una condizione per l’acquisizione dell’area, la possibilità che l’amministrazione comunale possa entrare in possesso dell’area è decaduta».

«Per quanto riguarda la bonifica ambientale – prosegue ancora il Tenente Colonnello –, in punta di norma, dovrebbe essere una competenza dell’Esercito. Occorre tuttavia tenere presente che Cerro al Lambro è un puzzle molto complesso, con molte variabili in gioco. L’Esercito non è stato responsabile dell’inquinamento dal momento in cui l’area è stata ceduta al Ministero della Difesa: è stato acclarato che la contaminazione è stata realizzata dall'Industria Chimica Saronio che non è mai stata alle dipendenze  dell’Esercito italiano. Nel quadro descritto, ritengo che per arrivare a una bonifica ambientale del sito in tempi certi si dovrà ingenerare una stretta collaborazione tra Esercito, Regione Lombardia e amministrazione comunale per mettere insieme le risorse, sia finanziarie che tecniche, migliori per giungere a una soluzione attuabile».

La prima CdS dopo la presentazione delle analisi ambientali è servita dunque a fare il punto della situazione sull'area di 45mila metri quadri della “vecchia chimica” in prospettiva di bonificare il sito contaminato. Nei terreni del Ccm, infatti, erano stati riscontrati livelli di arsenico e mercurio superiori alle soglie di contaminazione previste per queste sostanze.

Al tavolo tecnico istituzionale hanno partecipato  Esercito, Regione Lombardia, Arpa, Ats e i Comuni di Cerro al Lambro e Melegnano e certamente finito il federalismo demaniale si potranno abbattere i ruderi del Ccm e verrà avviata una nuova campagna di monitoraggio delle acque, chiesta da Ats.

Per quanto riguarda invece i fondi rimasti da quelli stanziati da Regione Lombardia per avviare la procedura di caratterizzazione su tutto il Sir, atta a escludere alcune aree dal perimetro , sono principalmente per il comune di Melegnano – in quanto ente capofila –, il quale inserirà comunque anche l’area del Ccm nel nuovo piano di caratterizzazione che sta predisponendo almeno per quanto riguarda la progettazione. Come e con quali modalità proseguirà la "telenovela" Saronio verrà stabilito nella prossima CdS, ma a quanto sembra ci saranno molte altre puntate.
Elisa Barchetta
Iscriviti alla Newsletter settimanale di 7giorni, riceverai  le ultime notizie e il link dell'edizione cartacea in distribuzione direttamente nella tua casella di posta elettronica. Potrai così scaricare gratuitamente il file in formato PDF consultabile su ogni dispositivo 
Un momento dell'assemblea pubblica del dicembre 2018

Un momento dell'assemblea pubblica del dicembre 2018 a sinistra il sindaco di Cerro al Lambro Marco Sassi, a destra il Tenente Colonnello dell'Esercito italiano Andrea Riccardo Agnella (foto d'archivio)