Marcatura industriale a norma di legge, quando è entrata in vigore?

Sono più o meno 20 le direttive continentali che sanciscono tale obbligo, tra le quali la Direttiva macchine. Per questo motivo, il primo passo che un fabbricante deve compiere è quello di scoprire qual è la direttiva a cui occorre fare riferimento

La marcatura industriale a norma di legge è stata introdotta attraverso la Decisione 93/465/CEE assunta il 22 luglio del 1993 dal Consiglio dell’Unione europea allo scopo di velocizzare la nascita del Mercato europeo comune. Sono più o meno 20 le direttive continentali che sanciscono tale obbligo, tra le quali la Direttiva macchine. Per questo motivo, il primo passo che un fabbricante deve compiere è quello di scoprire qual è la direttiva a cui occorre fare riferimento, per verificare le norme tecniche che possono essere applicate al prodotto.

Che cos’è la marcatura industriale

Quando si parla di marcatura industriale si fa riferimento alle diverse tecnologie che vengono impiegate per la stampa di dati su imballi e prodotti industriali. Nel nostro Paese vi si fa ricorso per la marcatura di ricambi, di veicoli e di prodotti alimentari, ma anche di gioielli. Quasi tutte le date di scadenza che sono riportate sugli articoli in vendita nei supermercati sono eseguite attraverso macchinari che garantiscono la marcatura industriale; lo stesso dicasi per i numeri di motore che sono punzonati sui trattori, sulle moto e sulle macchine, ma anche per i numeri di telaio, cioè i VIN. L’identificazione dei dati variabili e la loro gestione vengono garantite da soluzioni su misura che si adattano a un vasto assortimento di applicazioni, come dimostra la storia di Automator International, azienda di riferimento in questo ambito.

La marcatura diretta e quella indiretta

I sistemi utilizzati per la marcatura industriale non sono altro che dispositivi di codifica, la quale può essere diretta o indiretta. La marcatura indiretta è quella che si verifica se si ha la necessità di applicare un adesivo per marcare un prodotto; quella diretta, invece, prevede la stampa o la codifica dei marchi attraverso un laser o l’inchiostro direttamente sul prodotto. In particolare la marcatura laser si basa su un fascio di luce di una certa potenza che permette di riscaldare il prodotto oggetto del trattamento. In questo modo alcuni punti della sua superficie possono essere modificati affinché le informazioni desiderate vengano riprodotte.

La marcatura a micropunti

Un metodo alternativo va individuato nella marcatura a micropunti, nota anche con il nome di marcatura a micropercussione. In questo caso c’è bisogno di specifici macchinari a controllo numerico che possono essere programmati al computer: un punzone singolo garantisce la movimentazione su due assi e viene azionato per realizzare i simboli, i numeri e le lettere che andranno a comporre le informazioni che dovranno essere riportate.

Gli altri sistemi di marcatura

In passato, per i cavi e i tubi molto lunghi si faceva ampio ricorso alla marcatura a rotella. Questo metodo si basa su una rotella che, impregnata di inchiostro, imbratta i simboli e i caratteri da riportare, incastrati in un’altra rotella che si applica alla superficie del prodotto. Merita di essere ricordata anche la marcatura a punzoni, che si verifica tramite specifici punzoni che deformano il materiale. In pratica i numeri e le lettere vengono incisi sul prodotto con dei macchinari a impatto o in modalità manuale.

La marchiatura dei metalli preziosi

In Italia è previsto l’obbligo di marchiare i metalli preziosi: i commercianti, gli importatori e i fabbricanti devono rispettare le norme stabilite dal D. Lgs. n. 251 del 22 maggio del 1999 e dal DPS n. 150 del 30 maggio del 2002. La marcatura deve essere effettuata prima che gli oggetti in metallo prezioso e le materie prime vengano messe in vendita; i metalli per cui valgono tali disposizioni sono l’argento, l’oro, il palladio e il platino. Ogni assegnatario del marchio di identificazione è tenuto a fabbricare i punzoni su cui sono riportate le impronte dei titoli legali sotto la propria responsabilità.

Le caratteristiche della marcatura CE

Il marchio CE non può essere inferiore ai 5 millimetri; in caso di ingrandimenti è indispensabile che vengano conservate le proporzioni iniziali. Se la lavorazione del prodotto non permette di applicare la marcatura in maniera diretta, questa deve essere riportata sulla documentazione di accompagnamento o sulla confezione. In qualsiasi caso il produttore deve apporre il marchio in modo che sia indelebile e leggibile, tenendo conto del formato imposto dalla legge.

L’obbligo della marcatura CE

La lista delle categorie di prodotti per i quali la marcatura CE è obbligatoria è piuttosto lunga; essa comprende tra l’altro gli strumenti di pesatura, le attrezzature elettriche, gli ascensori, gli apparecchi a gas, i materiali da costruzione, i dispositivi medici, i dispositivi di protezione individuale, le macchine, i gruppi elettrogeni, le apparecchiature elettriche, i recipienti semplici a pressione, le batterie al litio, le batterie al cadmio, i telefoni cellulari, le strutture di protezione da caduta di oggetti, le imbarcazioni da diporto, le strutture di protezione da ribaltamento, i tosaerba e i terminali di comunicazione come gli autovelox, le radio riceventi e le radio trasmittenti.