Melegnano: i capigruppo delle minoranze diffidano il sindaco Rodolfo Bertoli sul referendum comunale

«Non è ammissibile, e costituisce atteggiamento antidemocratico, il rinvio del referendum all'anno prossimo. Si diffida il sindaco dall'assumere un simile atto, contrario alla normativa»

Diffida al sindaco di Melegnano Rodolfo Bertoli

Diffida al sindaco di Melegnano Rodolfo Bertoli da parte dei capigruppo delle minoranze in consiglio comunale; in merito al referendum consultivo

Inviata in data 29 aprile 2019 una lettera di diffida al sindaco di Melegnano, Rodolfo Bertoli, da parte dei capigruppo di minoranza in consiglio comunale – Vito Bellomo (Fi), Giuseppe Di Bono (Lega), Pietro Mezzi (Sinistra per Melegnano-Melegnano Progressista) e Lucia Rossi (Insieme per Melegnano) – in materia di referendum sulla navetta comunale.

A seguito della bocciatura relativa alla modifica del Regolamento referendario comunale avvenuta il 24 aprile scorso – che secondo le minoranze avrebbe permesso di effettuare la consultazione nella stessa data delle elezioni europee, eliminando di fatto qualunque dubbio o possibilità di interpretazione – il sindaco Rodolfo Bertoli «ha annunciato la volontà di modificare la data del referendum, già indetto con propria ordinanza per il 26 maggio 2019». Secondo i capigruppo di minoranza, tale ordinanza dell’11 febbraio 2019 risulta legittima e corretta e non sussisterebbero motivazioni valide alla revoca. Anzi, effettuare il referendum in data diversa è, secondo i capigruppo, una volontà che non risponde a criteri di efficienza ed economicità, imponendo anzi una maggior esborso di denaro pubblico e un aggravio della procedura amministrativa, contrariamente a quanto previsto dalle normative degli enti pubblici e da quelle comunali, nonché un’occupazione prolungata dei locali destinati alla consultazione.

Come si legge nella diffida, la decisione del sindaco: «si basa su un’interpretazione errata e restrittiva della normativa comunale, risulta irrispettosa nei confronti dei cittadini e limitativa del diritto di espressione su un quesito referendario di carattere consultivo, che dovrebbe essere ispirato a criteri della massima partecipazione, per valutare più compiutamente l'opinione dei cittadini. Pertanto, si chiede al sindaco di mantenere l’ordinanza con la quale si indice il referendum per la giornata del 26 maggio 2019». Nella lettera, inviata per conoscenza anche alla Prefettura di Milano (che già si era espressa in due lettere relativamente al Regolamento referendario comunale), si legge ancora: «la consultazione referendaria si deve tenere in una domenica compresa tra aprile e giugno dello stesso anno. Il referendum viene indetto dal sindaco almeno 60 giorni prima della data di svolgimento. Quindi il sindaco, se ritiene che il referendum sia compatibile con le europee, può – e a nostro avviso deve – lasciare in atto la propria ordinanza per il 26 maggio. In caso contrario può modificare la data della consultazione, indicendo però il referendum per una domenica entro giugno 2019. Naturalmente si assumerà la responsabilità di spiegare ai cittadini i maggiori costi e l’aggravio di procedura derivanti dal raddoppio delle giornate delle consultazioni elettorali. Non è ammissibile, e costituisce una grave omissione oltreché un atteggiamento antidemocratico, il rinvio del referendum all'anno prossimo. Per le ragioni sopra riportate, si diffida il sindaco dall'assumere un simile atto, chiaramente contrario alla normativa comunale».
Elisa Barchetta
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Il testo della lettera di diffida

lettera-diffida-sindaco.pdf

La seconda lettera della Prefettura

seconda-lettera-della-prefettura.pdf

Il testo della Memoria inviata alla Prefettura

memoria-per-prefettura.pdf