San Donato Milanese, WWF, Giornata mondiale delle Zone Umide, sabato 4 febbraio apertura oasi Levadina: visite anche guidate

Questa area di quattordici ettari e mezzo tra il Lambro e la Sp Paullese, caratterizzata da boschi igrofili, planiziali e grandi prati, infatti presenta diverse tipologie di zone umide come: due stagni naturali alimentati dalla falda, un fontanile, delle pozze stagionali ed una lanca morta del fiume Lambro.

L'oasi Levadina di San Donato

L'oasi Levadina di San Donato Fine settimana di importanti appuntamenti per il WWF del Sudmilano

Giovedì 2 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle Zone Umide (World Wetlands Day, WWD), nel cinquantaduesimo anniversario dell’adozione della Convenzione omonima per la loro tutela (vedi allegato comunicato stampa della associazione) . Fiumi, torrenti paludi, stagni, laghi e torbiere offrono numerosi servizi ecosistemici fondamentali e svolgono un ruolo cruciale nella regolazione del clima, per questo è necessario recuperare, ripristinare e ampliare tali aree. Lagune, fiumi, stagni, laghi, paludi, torbiere: sono le wetlands, aree chiave per la biodiversità e per la regolazione del clima. Per raccontare il valore di queste zone che svolgono servizi ecosistemici essenziali alla nostra sopravvivenza, giovedì 2 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle Zone Umide (World Wetlands Day, WWD), data che ricorda l'adozione della Convenzione omonima per la loro tutela, firmata il 2 febbraio 1971 nella città iraniana di Ramsar. Le zone umide offrono numerosi fondamentali servizi ecosistemici, come la regolazione dei fenomeni idrogeologici, attenuando gli effetti delle piene dei fiumi. Le wetlands favoriscono la ricarica delle falde acquifere, sono naturali “trappole per nutrienti”, riducendo il carico organico derivante soprattutto dalle attività agricole e zootecniche. Lagune e laghi costieri sono importanti per l’itticoltura o la molluschicoltura e sono habitat essenziali per la riproduzione dei pesci e di conseguenza per la pesca. Le zone umide sono fondamentali per la fissazione del carbonio presente nella biosfera, con conseguente mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. Ma l’aspetto più significativo è rappresentato dalla grande biodiversità caratteristica di questi habitat, tra i più ricchi in assoluto insieme alle barriere coralline e alle foreste tropicali. Queste aree hanno un enorme valore ecologico, offrendo servizi ecosistemici, aiutando nel tamponamento di sostanze inquinanti e mitigazione dei cambiamenti climatici. Argomenti sempre più sentiti dalla popolazione e che finalmente iniziano ad ottenere il risalto di cui necessitano. Pur comportando tali benefici, negli ultimi cinquanta anni sono andate perdute il 35% delle zone umide presenti. Il nostro territorio così fortemente antropizzato non fa da meno, anzi, queste aree stanno divenendo sempre più piccole e rare, consumate dall’avanzare dell’urbanizzato. Da tempo  il Wwf ha lanciato la campagna internazionale “One Million Ponds” che, nel  sottolineare l’importanza di questi ambienti e la loro vulnerabilità, invita a censire e proteggere zone umide, anche pozze o specchi d’acqua temporanei.  Le Zone Umide, in particolare quelle costiere, se in buona salute perché difese e ripristinate, diventano un potente alleato per fronteggiare i cambiamenti climatici. Riescono a catturare carbonio perché, come delle ‘batterie naturali’, lo accumulano nella loro biomassa e poi nei sedimenti ad un tasso di 10-20 volte rispetto al potenziale delle foreste boreali o temperate. Se al contrario, le Zone Umide vengono distrutte, non solo si arresta l’assorbimento di carbonio, ma questo viene emesso in atmosfera peggiorando così le emissioni di gas serra. Le Aree umide costiere sequestrano dai 100 ai 200 g di CO2 per metro cubo all’anno; ogni ettaro di palude costiera ripristinata equivale al sequestro di 1.000-2.000 kg di CO2 l’anno, mentre le torbiere riescono a stoccare il 30% di tutto il carbonio terrestre coprendo appena il 3% della superficie del pianeta. Questi ambienti accumulano il doppio di quanto faccia l’insieme di tutti i sistemi forestali. Per tutti questi motivi il WWF Sud Milano, all’interno degli eventi proposti dal Wwf Italia in tutto il territorio nazionale ha deciso anche quest’anno di aderire alle iniziative legate alla celebrazione, aprendo sabato 4 febbraio l’oasi Levadina situata nel comune di San Donato Milanese.
Questa area di quattordici ettari e mezzo tra il Lambro e la SS Paullese, caratterizzata da boschi igrofili, planiziali e grandi prati, infatti presenta diverse tipologie di zone umide come: due stagni naturali alimentati dalla falda, un fontanile, delle pozze stagionali ed una lanca morta del fiume Lambro. Le visite guidate, che partiranno alle 14:45 dal parcheggio dell’incrocio tra la SS Paullese e Via Fiume Lambro, porteranno il visitatore a scoprire questi ambienti, la loro importanza e la biodiversità che li contraddistingue. Un vero e proprio viaggio nella conoscenza di habitat ormai quasi dimenticati e troppo spesso malvisti.  Per le visite è opportuno prenotarsi a: [email protected]