All’hotel Ambra di San Zenone i profughi ospitati adesso sono 200

Nei giorni scorsi altri 30 richiedenti asilo di sono aggiunti a quelli già ospitati nella struttura, che è divenuta il maggior centro di accoglienza del Sudmilano

L'hotel Ambra

L'hotel Ambra

Solo in 4 hanno accettato di collaborare per attività socialmente utili

Era il maggio del 2014 quando l’hotel Ambra di San Zenone, sito nella zona industriale del paese e a pochi metri dalla via Emilia, iniziò ad ospitare i primi richiedenti asilo. Ora, a distanza di poco più di due anni, la quota di profughi accolti nella struttura è salita a ben 200, in virtù del recente arrivo di altre 30 persone. Questi dati rendono di fatto l’ex albergo, posto sotto sequestro per via di un fallimento e già per due volte finito all’asta senza successo, uno dei maggiori centri d’accoglienza del Sudmilano. Gli ospiti sono per la maggior parte maschi provenienti dall’Africa sub sahariana, alcuni dei quali si trovano a San Zenone da quasi due anni, quando cioè la struttura alberghiera venne di fatto tramutata nella “Casa di Solidarietà Papa Francesco”. «E pensare – ha commentato Massimo Boccardi, vicesindaco sanzenonese – che, in base alle norme per la ripartizione dei profughi sul territorio, il nostro Comune non dovrebbe ospitare più che una decina di richiedenti asilo. Molti di loro hanno fatto richiesta per ottenere il permesso di soggiorno, che però la Questura non ha ancora rilasciato. Per questo motivo gli ospiti dell’hotel non possono di fatto lasciare San Zenone». Attraverso un recente accordo stipulato tra la Prefettura di Milano, il Comune di San Zenone e la fondazione San Francesco d’Assisi Onlus che gestisce l’accoglienza presso l’Ambra, si è cercato di coinvolgere i richiedenti asilo in attività utili alla comunità. A tutti gli ospiti, infatti, è stato proposto di prendere parte volontariamente a lavori socialmente utili, ma solo quattro di loro hanno risposto all’appello. Questi ultimi, da circa due mesi a questa parte, sono stati affiancati ad un operatore del Comune che, dal lunedì al venerdì, li guida nelle varie parti del paese dove ci sia bisogno di intervenire. Nello specifico, ai rifugiati è stato richiesto di collaborare nella pulizia delle strade e dei marciapiedi, oppure anche nel taglio dell’erba o nell’imbiancatura di aule ed altri spazi comunali.  
Redazione Web