Caos mense: dopo Lodi, il caso scoppia anche nel Sud-Est Milano
Anche i sindaci dei Comuni sull’asse della via Emilia hanno assunto le linee guida regionali che impongono ai cittadini extra Ue di presentate la documentazione su eventuali immobili posseduti nei Paesi di origine, onde poter accedere alle tariffe agevolate. Lucente: «Scelta giusta, le regole vanno rispettate»
19 ottobre 2018
Non si placa la polemica relativa al “caso mense” originatosi a Lodi, dove l’Amministrazione leghista guidata da Sara Casanova ha introdotto nuove regole per l’accesso agli sconti ed alle agevolazioni tariffarie per la mensa e gli altri servizi scolastici. Nello specifico, in applicazione di una delibera regionale approvata nel 2017, il Comune ha richiesto alle famiglie provenienti da Nazioni extra Ue di presentare la documentazione inerente eventuali immobili posseduti nei Paesi di origine, in aggiunta al solo Isee. Senza tali incartamenti, debitamente tradotti e autenticati, è prevista l’applicazione delle tariffe massime. Tali normative hanno finito per escludere dall’accesso alla refezione nelle scuole di Lodi oltre 200 alunni, suscitando numerose proteste, manifestazioni e raccolte fondi, che hanno acceso sulla questione un interesse a livello nazionale.
Mentre nel lodigiano si continua a discutere e l’Amministrazione pare orientata a non recedere dalle decisioni assunte, la “patata bollente” sta iniziando a manifestarsi anche nel Sud-Est Milano dove, gradualmente, anche i nove Comuni del distretto sociale della via Emilia hanno assunto le medesime linee guida regionali. In particolare a San Giuliano, dove peraltro il tasso di morosità nel pagamento del servizio di refezione è particolarmente elevato, è stata adottata una linea più “dura” e di rigorosa applicazione della normativa. «Chi non è in regola non può accedere al servizio – commenta il sindaco, Marco Segala su 'Il Giorno' – e deve prelevare i figli all’ora di pranzo. È una prescrizione di legge e bisogna attenervisi. Dover sopportare degli scoperti in questo settore significa andare a erodere risorse economiche su altri fronti».
Anche negli altri Comuni del distretto il provvedimento è entrato in vigore, sebbene le Amministrazioni lo abbiano applicato declinandolo in maniera diversa, anche a seconda del “colore” politico di appartenenza. A Melegnano, ad esempio, la Giunta si è detta pronta a valutare caso per caso ed a rivedere alcuni aspetti della normativa, sottolineando però che, al momento, nessun bambino è stato escluso dal servizio. Del medesimo avviso anche San Donato dove, fanno sapere dal Comune, viene ancora accettata l’autocertificazione prodotta dai cittadini stranieri.
«I sindaci del Sud-Est milanese che stanno seguendo la normativa regionale stanno semplicemente facendo il loro dovere – commenta a riguardo Franco Lucente, capogruppo regionale di FdI -. Non possiamo far passare il rispetto della legge come discriminazione. Tutti, italiani e stranieri, devono attenersi alle norme, sarebbe discriminazione se questi ultimi ne fossero esentati. Come ex sindaco e come consigliere regionale, mi sento di supportare i Comuni del Sud-Est milanese che stanno solo applicando la normativa vigente e per questo vengono messi in croce. Faccio notare, tra l’altro, che i sindaci in questione non sono tutti di centrodestra».
Redazione Web
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19 ottobre 2018