Due morti sul lavoro in 24 ore a Carpiano e Milano: vittime un operaio edile e un tecnico manutentore.

Sindacati: «Una strage quotidiana, servono controlli e formazione»

Due incidenti mortali nel giro di poche ore
Due nuove vittime si aggiungono al drammatico elenco delle morti sul lavoro in Italia. A perdere la vita, a distanza di poche ore, sono stati un operaio edile di 55 anni a Carpiano, nel Sud Milano, e un tecnico manutentore di 63 anni a Milano, in zona San Cristoforo. Entrambi gli incidenti sono avvenuti nella giornata del 6 maggio 2025 e stanno scuotendo profondamente il mondo del lavoro e le istituzioni locali.

Carpiano: l’operaio travolto da un muro in cantiere
La prima tragedia è avvenuta nella mattinata a Carpiano, in un cantiere edile. La vittima è un uomo di 55 anni, travolto da una parete crollata mentre stava lavorando. L’intervento dei soccorsi è stato tempestivo, ma le condizioni dell’operaio sono apparse subito gravissime. I sanitari non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e gli ispettori di ATS per ricostruire la dinamica dell’incidente.

Milano: precipita durante una manutenzione in azienda
Poche ore dopo, a Milano, in via Angelo Inganni, un altro lavoratore ha perso la vita. L’uomo, 63 anni, era impegnato in un intervento di manutenzione presso un’azienda quando, per cause ancora da accertare, è precipitato da un’altezza di circa 10 metri. Anche in questo caso i soccorsi sono stati rapidi, ma inutili. La Polizia Locale sta collaborando con ATS e Vigili del Fuoco per chiarire le responsabilità.

Sindacati in allarme: «Una strage quotidiana»
«Siamo di fronte a una vera e propria emergenza nazionale», ha dichiarato il segretario generale della CGIL Lombardia, commentando le due tragedie. «La sicurezza sui luoghi di lavoro continua a essere considerata un optional. Ogni giorno in Italia si registrano incidenti, e troppo spesso finiscono in tragedia. Servono controlli veri, formazione continua e una cultura della prevenzione».

Le statistiche continuano a preoccupare
Secondo i dati più recenti dell’INAIL, nei primi tre mesi del 2025 sono state registrate già 146 morti sul lavoro in Italia. La Lombardia è tra le regioni con il maggior numero di casi, a conferma di quanto il fenomeno sia radicato anche nei territori più sviluppati economicamente. Le cause sono spesso riconducibili a violazioni delle norme di sicurezza, mancanza di formazione adeguata e condizioni di lavoro precarie.

Le richieste delle istituzioni e le misure proposte
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha più volte espresso parole di cordoglio e preoccupazione per le vittime del lavoro, definendo queste morti «una ferita aperta per la società italiana». Anche il Ministro del Lavoro ha promesso un rafforzamento dei controlli e un inasprimento delle sanzioni per le aziende inadempienti.

Tra le proposte che tornano ciclicamente c’è l’introduzione della “patente a punti” per le imprese, un sistema che penalizzi chi non rispetta le normative sulla sicurezza e premi le realtà virtuose. I sindacati chiedono anche l’aumento del numero degli ispettori del lavoro e maggiori risorse per la formazione continua, soprattutto nei settori più a rischio come edilizia, agricoltura, logistica e industria manifatturiera.

La sicurezza non può essere una scelta
Questi ultimi due decessi nel Milanese ci ricordano che la battaglia per la sicurezza nei luoghi di lavoro non è affatto vinta. Non si tratta di fatalità, ma di conseguenze dirette di un sistema che spesso sacrifica la prevenzione in nome della produttività. Ogni vita spezzata rappresenta una sconfitta per tutti. E ogni silenzio, un’omissione che pesa come una colpa.