Trenord: stop alle biciclette a bordo dei convogli, sì a monopattini e bici pieghevoli

La decisione a seguito dell’impossibilità di garantire il distanziamento sociale a causa dell’elevato numero di velocipedi. Borghetti (Pd): «Incomprensibile, Trenord garantisca ulteriori carrozze dedicate»

Troppe biciclette a bordo dei treni, impossibile ormai garantire la sicurezza e le norme sul distanziamento. Per queste ragioni dal 3 giugno Trenord ha disposto il divieto di portare bici in carrozza, con l’eccezione dei convogli che dispongono di spazi appositamente previsti. Resta consentito il trasporto di biciclette pieghevoli, monopattini e mezzi simili non ingombranti, con dimensioni non superiori a 80x120x45cm. «Il fenomeno dei riders metropolitani ha raggiunto livelli numerici insostenibili a ogni ora del giorno – commentano i vertici dell’azienda di trasporti -. Si verificano veri e propri “assalti ai treni” con centinaia di biciclette, che pregiudicano la sicurezza dell’esercizio ferroviario e rendono impossibile il mantenimento delle distanze imposte per il post-Covid. La mancanza di rispetto delle regole, cioè non più di 5 biciclette a carrozza nel periodo pre-Covid, non può essere più contrastata dal solo personale ferroviario. Trenord ha sempre favorito il trasporto biciclette sui treni per accrescere la mobilità dolce e intende continuare a farlo, a patto che sia garantita la sicurezza dei passeggeri». Tale stato di cose non ha mancato di suscitare polemiche da parte dei pendolari. «È un vero e proprio controsenso – afferma il Vicepresidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti (Pd) -. Mentre molti si tanno muovendo per agevolare l’utilizzo delle biciclette sui mezzi pubblici e sulle strade, Trenord decide di andare nella direzione opposta, adducendo motivazioni che non sono affatto convincenti. Con un minor carico di passeggeri dovrebbe anzi essere facilitato il trasporto delle biciclette, ma se anche ciò non fosse possibile per la conformazione dei convogli, Trenord dovrebbe allora garantire carrozze ulteriori e dedicate. Non è pensabile - conclude Borghetti -, oggi come oggi, che la soluzione sia quella di eliminare le biciclette che rappresentano anzi la giusta direzione da intraprendere».
Redazione Web

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