Mediglia, la questione gassificatore non è chiusa e potrebbe riaccendersi grazie al Tar

Il 21 aprile prossimo il Tribunale amministrativo lombardo si pronuncerà sul ricorso presentato da Mse Spa e potrebbero aprirsi nuovi scenari

Mediglia e Paullo si costituiranno in giudizio

Dopo alcuni anni di silenzio, durante i quali si pensava che la questione fosse ormai definitivamente chiusa, potrebbe seriamente riaprirsi la partita legata all’impianto di gassificazione di Mediglia, a suo tempo fortemente osteggiato dalla politica, dai cittadini e dalle associazioni ambientaliste. Risale ormai a sei anni fa la bocciatura alla struttura di trattamento dei rifiuti da parte di Regione Lombardia, che di fatto ne aveva dichiarato il progetto non fattibile. Nel 2012, anche l’ormai ex Provincia di Milano aveva posto di fatto il veto alla realizzazione di qualsiasi impianto per lo smaltimento delle scorie, sia sotto forma di gassificazione che di compostaggio, dichiarando scadute le concessioni per il sito di Bustighera. I pronunciamenti negativi dell’Ente regionale e di quello provinciale avrebbero dovuto di fatto costituire la definitiva “pietra tombale” per il tanto discusso impianto, ma con il 2016 potrebbero di fatto aprirsi nuovi e inattesi scenari, sotto forma di una sentenza del Tribunale amministrativo regionale. Il prossimo 21 aprile, infatti, il Tar della Lombardia sarà chiamato a pronunciarsi riguardo il ricorso presentato da Mse (Mediglia servizi ecologici) Spa, società che avrebbe dovuto realizzare l’impianto di gassificazione, che aveva sin da subito impugnato i pronunciamenti contrari di Regione e Provincia. In base a quella che sarà la decisione del Tar, si prospettano quindi due possibili strade. Nel caso di bocciatura del ricorso, l’”affaire” gassificatore resterà chiuso e il tanto osteggiato impianto rimarrà solo un programma mai realizzato. Qualora invece il Tribunale amministrativo regionale dovesse accogliere il ricorso di Mse, quest’ultima avrebbe la concreta possibilità di rispolverare i propri progetti e tentare di riprenderli da dove erano stati interrotti nel 2012. Alla luce della data cruciale del 21 aprile prossimo, il Comune di Mediglia e quello di Paullo hanno già annunciato che si costituiranno parte in giudizio, pronti a ricominciare la battaglia contro l’indesiderato impianto.
Redazione Web