Fango su Pietro Mezzi, in campagna elettorale?

Svanisce l'ipotesi di un Mezzi-tris. Ma il Centrosinistra mette all'indice il legame tra Bellomo e i "bravi ragazzi" di Buccinasco

Mezzi l’indagato. Mezzi, l’amico dei rom e delle moschee. Il nome di Mezzi su volantini denigranti. E non solo. Il messaggio del pur variegato schieramento di Centrosinistra è condiviso e univoco: la campagna elettorale è stata sporcata da colpi bassi e montature, che, per favorire Bellomo, hanno tentato di schiacciare Pietro Mezzi all’angolino con la calunnia. A ribadirlo è l'interessato insieme a Dario Ninfo, segretario del Partito democratico locale, e Francesca Lembi di Melegnano in Comune. Non è un mistero, in città, che Mezzi non si sia messo in contatto con il rivale e non si sia congratulato del successo; del resto tra i due politicamente non corre buon sangue e non c’è volontà di fare buon viso a cattivo gioco. Di certo le stoccate che si sono scambiati in chiusura di campagna, e che continuano a voto chiuso, non sono segno di distensione.
Assieme alla società politica anche la società civile si interroga sulla rimonta di Vito Bellomo al ballottaggio, in cui ha staccato di poco più di 2 punti lo sfidante. Un comunicato stampa emesso da Mezzi il 25 maggio dedica alla vittoria del Centrodestra, e in particolare del Popolo della Libertà, l’attenzione di un’analisi approfondita. Esaminiamo la questione con un’intervista a Pietro Mezzi, chiedendogli se non fosse stato il caso di fare un passo indietro prima delle Primarie a favore di candidati giovani. «Ma la mia candidatura non è stata imposta a nessuno – ribatte Mezzi senza scomporsi –. È stata una scelta democratica, espressa da 1150 cittadini. Non è stata fatta al chiuso. Questo è incontrovertibile». A Primarie concluse Mezzi disse: «Non sappiamo dire fino a che punto Bellomo abbia agito in profondità nel tessuto cittadino». Preoccupante da sentirsi, per un elettore… «Mi sembra normale. C’è tutta una serie di relazioni tra l’Amministrazione e le realtà locali che viene svolta dalla maggioranza, e avviene con i settori economici e commerciali. L’opposizione non la svolge», aggiunge Mezzi, tetragono ma rivelatore. Facciamo allora nomi e cognomi delle «torbide manovre» messe in campo contro di lei. «Vere e proprie scorrettezze. Sono stati messi in giro volantini e voci che dicevano che avrei portato in città campi per nomadi, che avrei aperto luoghi di culto islamici, che mi trovavo sotto indagine… è successo anche 5 anni fa durante le scorse amministrative: si disse che la candidata del Pd Elettra Sabella avrebbe favorito l’insediamento di zingari ed extracomunitari. È successo a Milano lo scorso anno nei confronti del sindaco Giuliano Pisapia. È un vecchio modo di fare politica, subdolo, sotterraneo, incontrollabile perché sottotraccia. A Milano non pagò. Ma nel locale evidentemente funziona».

Un preciso particolare ha urtato il Centrosinistra: la pretesa intenzione di Mezzi, ventilata come minaccia, di chiudere il traffico nel centro storico durante il sabato e la domenica. «Soffocherà il commercio locale» è stato il tam-tam partito dal Centrodestra, che ha trovato eco anche nella persona di Pier Antonio Rossetti, presidente dello scorso Consiglio comunale, sulla pagina pubblica di Facebook Melegnano News.

È forse per via di tante offese che da Mezzi è stato diffuso, sabato 19 maggio, all’alba del voto, un comunicato stampa che puntava l’indice sulle frequentazioni di Vito Bellomo con gli indagati di Buccinasco, ovvero l’ex-sindaco mafioso Loris Cereda e la sua «bella compagnia»? Il tramite con la cricca di Buccinasco sarebbe composto dal consiglio d’amministrazione della Mea. «L’indagato non sono io» è la secca risposta di Bellomo.

Marco Maccari