Massimo: ragazzo autistico che gioca a calcio

La mamma Giusy ricorda che, quand’era piccolo, Massimo riusciva a parlare, ma gradualmente i sintomi dell’autismo sono diventati sempre più forti e oggi si limita a ripetere, con ridondanza, solo alcune brevi frasi e ad avere grossi limiti comportamentali, che gli impediscono di avere una vita sociale come tutti gli altri: «Mio figlio non parla ma comunque comunica. Come tutti desidera divertirsi e avere la possibilità di stare insieme ai ragazzi giovani, affermare sé stesso come una persona indipendente» spiega la signora. E, da quasi un anno, questo desiderio si sta realizzando. Dopo vari tentativi andati male in diverse strutture sportive della zona, la società Usom Calcio a.s.d. ha aperto le porte a Massimo ed è nata una bellissima esperienza di solidarietà e amicizia; il direttore sportivo Ivan Marzi ci racconta: «Massimo è stato accolto da tutti i ragazzi con entusiasmo e non avevamo dubbi su questo, perché i nostri sono tutti ragazzi in gamba. Per loro è stato un privilegio vivere questa esperienza». Massimo, in questo momento, si allena con gli Juniores e, grazie alla costanza del preparatore atletico Sergio Benzoni, ha cominciato a prendere confidenza con il campo di calcio e con la sua squadra. La mamma Giusy ricorda: «Prima di fare conoscere Massimo alla squadra, sono andata personalmente negli spogliatoi a parlare con i suoi futuri compagni. Ho spiegato cos’è la Sindrome autistica e loro mi hanno domandato in che modo potevano aiutarlo. È stato accolto bene da tutti e, grazie a questo ambiente giovane, Massimo si sente bene, si diverte e soprattutto non c’è la sua mamma che lo segue. Sta vivendo la propria affermazione personale». La signora Giusy, attraverso l’esperienza di Massimo, vuole lanciare un messaggio di speranza: «Le cose cambiano prima o poi. Non bisogna darsi per vinti e scoraggiarsi, perché esiste per tutti la possibilità di una vita felice».

Greta Montemaggi