Bindi, Maimeri e centro postale di Peschiera: ancora incerto il futuro per i lavoratori delle tre importanti realtà lavorative del Sud Milano

È ancora ammantato da un alone di incertezza il destino dei dipendenti di tre importanti realtà industriali e produttive del territorio, su cui incombe la tenaglia della crisi e lo spettro della ristrutturazione aziendale.

I dipendenti della Bindi di San Giuliano, della Maimeri di Mediglia e del centro di smistamento postale di Peschiera sono infatti da tempo in lotta a difesa del proprio posto di lavoro e il loro il futuro pare ancora tutto in salita.

I tecnici del centro postale di Linate, punto nevralgico per lo smistamento della corrispondenza in Lombardia, da oltre un mese sono impegnati in un presidio permanente all’esterno dello stabilimento peschierese. Su di loro incombe la spada di Damocle della riduzione dell’organico di 15-20 unità, che rientra nel piano di ridimensionamento aziendale su tutta la Penisola voluto da Ph-Facility, azienda subentrata a Stac Italia nel controllo dello smistamento postale meccanizzato. Attualmente i dipendenti si trovano in stato di cassa integrazione fino alla fine dell’anno ma, al termine di tale scadenza, ancora non è dato sapere quale sarà il loro destino.

Una analoga situazione è condivisa dai lavoratori dello stabilimento medigliese della Maimeri, storica multinazionale produttrice di colori per belle arti, da tempo in lotta contro lo spettro degli esuberi dopo due anni di forte crisi societaria. In base a quanto comunicato dalle rappresentanze sindacali, una possibile soluzione alla vicenda dovrebbe giungere dall’annunciato imminente subentro di una nuova società, che potrebbe decidere di continuare la produzione a Mediglia. Da questo quadro non giungono però ancora certezze relativamente al futuro degli operai che, al momento, rimangono in cassa integrazione ordinaria.

Ore decisive attendono invece i lavoratori di Bindi, la nota azienda dolciaria sangiulianese, per la quale era stato preventivato un ridimensionamento aziendale pari a 150 licenziamenti. Al termine di un serrato summit tenutosi a fine novembre presso la sede milanese di Assolombarda, i vertici aziendali avevano mostrato la disponibilità a riaprire un dialogo con le rappresentanze sindacali. L’incontro cruciale dovrebbe tenersi durante la settimana in corso e, qualora l’esito dovesse essere positivo, i lavoratori potranno iniziare a guardare al futuro con maggior serenità. In caso contrario, si prospetta l’inesorabile avvio della procedura di mobilità.

Alessandro Garlaschi