Casa di comunità, Ospedale di Comunità, Centrale operativa Territoriale, operativi 24 ore al giorno 7 giorni su 7; la rivoluzione dell’assistenza sanitaria
Una pratica guida per scoprire tutte le novità post covid, per conoscere quali specialisti saranno presenti, quali esami si potranno compiere, le modalità di accesso e la presa in cura dei cronici
16 dicembre 2021
Casa di comunità (CDC)
Casa di comunità, in Lombardia saranno in tutto 218. Una ogni 50mila abitanti -, evoluzione dell’esperienza delle Case della salute (diffuse soprattutto in Toscana, Emilia e Veneto). Apriranno i battenti entro metà del 2026 sfruttando i due miliardi di euro assicurati dal Piano nazionale di riprese e resilienza (Pnrr) come prima risposta alla lezione del Covid quando proprio la trincea delle cure fuori dagli ospedali crollò miseramente. Una dura lezione che fa dire continuamente al ministro della Salute Roberto Speranza che bisogna «ricominciare a pensare un Servizio sanitario nazionale prossimo, vicino, nell'immediatezza delle esigenze del cittadino». Le Case di comunità garantiranno una presenza medica 24 ore al giorno sette giorni su sette, insieme agli infermieri (12 ore al giorno per 7 giorni). Ci saranno anche specialisti come lo psicologo, il logopedista, il fisioterapista, il dietista, il tecnico della riabilitazione e l’assistente sociale, ma quando necessario anche il cardiologo, il pneumologo, l’oculista, l’urologo o il diabetologo. I cittadini lombardi come il resto degli italiani qui potranno ottenere oltre alla classica visita medica anche servizi diagnostici primari per monitorare le proprie condizioni di salute, un servizio utile soprattutto per quei pazienti cronici che potranno accedere ad apparecchiature come ecografi, elettrocardiografi, retinografi, oct, spirometri. Ci sarà infine anche un punto per i prelievi e per gli screening oltre che per le vaccinazioni. Qui si potranno infine trovare anche i servizi classici di prenotazione di visite e ricoveri (il Cup) e si potrà far attivare l’assistenza direttamente a casa oppure i nuovi servizi di telemedicina oltre che i servizi per la salute mentale, le dipendenze o l’assistenza sociale. «Il luogo fisico, di prossimità e di facile individuazione al quale l'assistito può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale», come recita il documento di Agenas - l’Agenzia per i servizi sanitari regionali - e ministero della Salute sui «Modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale».
Ospedale di Comunità (ODC)
A metà strada tra la cura domiciliare e il ricovero ospedaliero: nasce
l’Ospedale di comunità. L’Ospedale di Comunità, si legge in un
comunicato diffuso dalla Conferenze delle regioni, può avere una sede
propria, essere collocato in strutture sanitarie polifunzionali, presso
presidi ospedalieri riconvertiti, presso strutture residenziali oppure
essere situato in una struttura ospedaliera, ma è sempre riconducibile
all’ assistenza territoriale. In Lombardia saranno 71, uno ogni 150 mila
abitanti. Si tratta di una struttura con un numero limitato di posti
letto, di norma tra 15 e 20. È possibile prevedere l’estensione fino a
due moduli e non oltre. Vi possono accedere pazienti con patologia acuta
minore che non necessitano di ricovero in ospedale o con patologie
croniche riacutizzate che devono completare il processo di
stabilizzazione clinica, con una valutazione prognostica di risoluzione a
breve termine (15-20 giorni), provenienti dal domicilio o da altre
strutture residenziali, dal Pronto soccorso o dimessi da presidi
ospedalieri per acuti. I pazienti ospitati necessitano di assistenza
infermieristica continuativa e assistenza medica programmata o su
specifica necessità. Tra gli obiettivi primari del ricovero deve essere
posto anche l’aumento di consapevolezza dei pazienti e del
familiare/caregiver, attraverso l’addestramento alla migliore gestione
possibile delle nuove condizioni cliniche e terapeutiche e al
riconoscimento precoce di eventuali sintomi di instabilità. Per
l’accesso è necessario che siano soddisfatti i seguenti criteri:
diagnosi già definita; prognosi già definita; valutazione del carico
assistenziale e della stabilità clinica eventualmente attraverso scale
standardizzate; programma di trattamento già stilato e condiviso con il
paziente e/o con la famiglia (ad eccezione del Pronto Soccorso). La
gestione delle attività dell’OdC è riconducibile all’organizzazione
distrettuale o territoriale delle aziende sanitarie. Dal punto di vista
gestionale-organizzativo, la responsabilità complessiva della struttura è
in capo a una figura individuata anche tra le professioni sanitarie
dalla articolazione territoriale aziendale di riferimento e svolge anche
una funzione di collegamento con i responsabili sanitari, clinici e
assistenziali, e la direzione aziendale. La responsabilità clinica dei
pazienti è attribuita a un medico di medicina generale (pediatra di
libera scelta se O.d.C. pediatrico) oppure ad un medico operante nella
struttura scelto tra i medici dipendenti o convenzionati con il SSN o
appositamente incaricato dalla direzione della struttura (Per le
strutture private, un medico incaricato dalla struttura). La
responsabilità assistenziale è in capo all’infermiere secondo le proprie
competenze. L’assistenza sanitaria infermieristica è garantita nelle 24
ore.
Centrale Operativa Territoriale (COT)
Centrale Operativa Territoriale garantisce e coordina la
gestione dei pazienti “fragili” e affetti da pluripatologie,
assicurando la continuità tra Ospedale e Territorio. In Lombardia
saranno attivati 101 presidi. L’invecchiamento della popolazione e
l’aumento delle malattie croniche ci impongono di adottare modelli
organizzativi orientati sempre più alla prevenzione, al “prendersi
cura” piuttosto che al “curare”. Le Centrali Operative Territoriali,
una in ogni distretto, hanno la funzione di coordinamento e
collegamento dei diversi servizi sanitari territoriali, socio-sanitari e
ospedalieri, nonché della rete dell’emergenza-urgenza, per garantire
continuità, accessibilità e integrazione delle cure. Il sistema
permetterà alle Centrali operative territoriali di dialogare in tempo
reale con le diverse reti e i diversi presidi e sistemi (Ospedale, Case
della comunità, Hospice, RSA, Ospedali di comunità, CSM, Dipartimento
di prevenzione, Centri di riabilitazione, Consultori, Specialisti
collegati in teleconsulto, Assistenza domiciliare integrata, altre
centrali, ecc.). All’interno della Centrale Operativa Territoriale
opererà personale medico e infermieristico (Infermieri di comunità).
Ancora oggi il paziente anziano con patologie croniche (es. tumori,
diabete, malattie cardiovascolari o polmonari) viene dimesso
dall’ospedale senza una reale presa in carico da parte dei servizi
socio-sanitari, cosa che facilita con il tempo la riacutizzazione della
malattia e la conseguente riammissione in ospedale, contribuendo, tra
l’altro, al sovraffollamento dei Pronto Soccorso. La Centrale Operativa
Territoriale interviene nella integrazione tra l’ospedale e territorio
e permette la continuità assistenziale, in quanto coordina e monitora
le transizioni da un luogo di cura ad un altro o da un livello
clinico/assistenziale ad un altro, garantendo una presa in carico
globale del paziente. Altra funzione importante sarà quella di controllo
e monitoraggio dei pazienti, mediante l’utilizzo della telemedicina:
le Centrali operative territoriali saranno dotate dei mezzi tecnologici
e informatici adeguati che permetteranno il controllo da remoto dei
dispositivi forniti ai pazienti per il controllo e monitoraggio dei
parametri vitali direttamente presso la loro abitazione (tele
monitoraggio). In questo modo il personale sanitario della Centrale
Operativa Territoriale avrà quotidianamente sotto controllo la
situazione del malato riducendo il rischio di insorgenza di acuzie o
complicazioni, con la possibilità di intervenire in ogni momento in
caso di necessità. La Centrale operativa territoriale, avendo come
target specifico soprattutto le persone con cronicità complesse,
fragili, non autosufficienti, disabili, con problemi afferenti alla
salute mentale, malattie rare ecc., costituisce un servizio di supporto
dedicato prevalentemente a Medici di Medicina Generale, Pediatri di
Libera Scelta e a tutti i professionisti della salute impegnati sul
territorio.
16 dicembre 2021