Pantigliate, deliberato il bando per il Centro Sportivo e in arrivo anche la farmacia

Il Consiglio Comunale ha approvato l’apertura della farmacia, e il sindaco Veneziano fa chiarezza sul Centro Acquatico e Sportivo rispondendo alle accuse di "Pantigliate al Centro"

Il sindaco di Pantigliate, Claudio Veneziano

Il sindaco di Pantigliate, Claudio Veneziano

«Rispettato il nostro programma, ora basta con le accuse»

L’attesa a Pantigliate è finita. Arriverà la farmacia comunale, e il nuovo bando per il Centro Acquapark. Il bando è stato inviato al CUC di Lodi per essere vagliato, dopodiché sarà attivo tra agosto e settembre. Durante questi mesi si raccoglieranno eventuali adesioni di privati e investitori interessati, al fine di far rinascere l’area destinata allo sport e allo svago che per troppo tempo è rimasta chiusa al pubblico. Il Centro rappresenta una questione annosa.

Per l'opposizione è tutta colpa di  Claudio Veneziano e la sua Giunta.
Abbiamo incontrato il Sindaco Claudio Veneziano deciso a fare chiarezza: «Ogni mese “Pantigliate al Centro”spiega il primo cittadino– propone volantini dove ci rivolgono accuse, o meglio, calunnie, addossandoci responsabilità in merito alla situazione attuale del palazzetto e del centro sportivo. Sono proprio gli atti e i documenti dell'Amministrazione precedente a dar loro torto. Cercano di offuscare la verità spargendo veleno nelle parole». 

"Pantigliate al centro" recita nella sua propoaganda : «Dopo due anni di chiusura del centro sportivo l’amministrazione delibera un nuovo bando, fotocopia del bando del 2002, salvo che si tratta di costruire e non di riparare danni» oppure «(...) mentre due anni fa si è deciso irrevocabilmente di chiudere e, poco dopo irresponsabilmente, di farsi carico dei beni senza provvedere ad alcuna forma di custodia provocando danni per 3 milioni di euro, per non parlare dei soldi impiegati per consulenze esterne». 

«Io ho ereditato i problemi, non li ho creati - spiega Veneziano – la chiusura è da ricondurre ai documenti illegittimi e alla "Mala Gestio" dell’amministrazione che mi ha preceduto. Dalla sua inaugurazione, per oltre un decennio il palazzetto e il Centro Acquatico e Sportivo sono stati segnati dalla mancanza di manutenzione. I concessionari avevano difficoltà a coprire i costi a causa del contratto troppo oneroso, tanto che arrivarono a chiedere un contributo al Comune. Per non parlare del fatto – prosegue – che manca sia il progetto esecutivo-definitivo sia il piano economico finanziario, o il fatto che vennero negati necessari investimenti strutturali, e dulcis in fundo la questione collaudi, il centro venne infatti inaugurato prima di essere collaudato. La mia giunta è subentrata nel maggio 2014, e il centro era già chiuso, quindi direi che noi non c’entriamo proprio nulla. La tempistica riguardante la delibera del bando si è allungata proprio a causa di tutti questi problemi pregressi, ma nonostante tutto, giovedì siamo riusciti a rispettare due punti importanti del nostro programma e ora attendiamo investitori». 
L'Acquapark di Pantigliate (foto Corriere)

L'Acquapark di Pantigliate (foto Corriere)

«Ho ereditato i problemi creati dalla precedente Amministrazione»

A Claudio Veneziano non vanno giù le critiche dell'ex sindaco Lidia Maria Rozzoni: «Prima di scrivere certe cose sarebbe meglio informarsi – continua Veneziano - anche sulle normative riguardanti i contratti di concessione. Infatti nel momento in cui il'operatore che ha stipulato una convenzione con il Comune fallisce, il bene torna nelle disponibilità dell'Ente in pieno possesso e  non in custodia. L’Amministrazione precedente assegnò nel 2006 il collaudo degli impianti a tre professionisti, quando avrebbe potuto ricorrere al proprio tecnico come prescrivono le norme in materia o in alternativa a cinque soggetti esterni». Sciolto il “triumvirato” a causa della violazione di più norme di legge, i due architetti e l’ingegnere hanno comunque ricevuto il proprio compenso. Infine hanno affermato nel 2015 che «l’opera si potrà ritenere collaudabile con il reperimento della documentazione di progetto definitivo ed esecutivo, integrata da tutte le certificazioni di conformità impiantistiche (…) in carenza di queste informazioni si ritiene il centro Sportivo non utilizzabile». 

Nonostante la documentazione presa in esame dimostri l’inevitabilità della chiusura, nel 2013 il Centro era ancora attivo. Proprio al 25 marzo 2013 risale la richiesta di estensione della concessione da parte di Biffi Spa, allegata a quella di un contributo da parte del Comune, che fino ad allora aveva già investito 1,4 milioni di euro. L’estensione doveva superare i 25 anni già pattuiti, poiché l’azienda vicina al fallimento si trovava con l’acqua alla gola, ed era in cerca di tempo e prestiti per non annegare. Vi è però un problema: nell'autorizzazione della convezione con Biffi Spa firmata dal Sindaco Lidia Maria Rozzoni, il 15 aprile 2013, si parla di «affidamento in concessione di costruzione e gestione di palestra polifunzionale e impianti sportivi aggiuntivi (…) estensione della concessione (…)» ma non viene nominato il “diritto di superficie”, indi per cui a livello concessorio l’estensione non risulta sostenibile. 

Biffi Spa è fallita il 10 luglio 2013. AcquaSport, che gestiva il centro  per conto della società bergamasca,   manifestò interesse a continuare la gestione anche sotto il Comune di Pantigliate. Dopo alcuni sopralluoghi nell'aprile 2014, i vertici della società di gestione hanno chiesto al comune di sobbarcarsi lavori di manutenzione, definiti indispensabili, per oltre  1 milione di euro.  E allora ci si chiede come sia  possibile che un centro sportivo costruito nel 2003 abbia la necessità di interventi così cospicui dopo appena qualche anno?



Stefania Accosa