Chiude dopo 108 anni il convento paullese

La crisi delle vocazioni non permette alle poche suore rimaste di conti

Era l’ottobre del 1902 quando quattro Suore di Don Bosco diedero vita alla centenaria opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Paullo. A raccontare la storia del piccolo convento paullese è la Direttrice Suor Maria Teresa, che a pochi mesi dalla chiusura della casa, apre la porta dei ricordi: «E’ grande il dispiacere che accompagna questo momento in cui assistiamo alla chiusura della casa che ormai ospita solo cinque suore. E’ stato fatto del  bene per la comunità di Paullo, ci auguriamo che tutto questo bene abbia fatto germogliare dei valori nelle persone». Le Figlie di Maria Ausiliatrice sono sempre state storicamente impegnate nell’educazione e nell’istruzione dei giovani della zona, con grande successo e riconoscimento dell’intera cittadina: «Con l’arrivo delle prime sorelle è coincisa l’apertura della scuola materna e della scuola per l’avviamento al lavoro. Oggi abbiamo tantissime richieste per il nostro asilo, che rimarrà comunque aperto anche dopo la nostra partenza e verrà gestito dalla Scuola Diocesana». Come mai quindi si assiste alla chiusura di un’opera tanto importante? Suor Maria Teresa trova la risposta con grande facilità: «Purtroppo a partire dagli anni 70, stiamo assistendo alla crisi delle vocazioni. Ormai il numero delle novizie è bassissimo, la forte presenza del laicato in attività di volontariato riduce ancora di più la scelta della vocazione. La mentalità religiosa è cambiata». Con grande rammarico il 31 agosto si concluderà un pezzo di storia: dopo un secolo di impegno apostolico, l’edificio storico in via Matteotti, lascito di una ricca signora paullese alle Figlie di Maria Ausiliatrice, rimarrà vuoto in attesa di una nuova destinazione. Le cinque sorelle saluteranno la comunità paullese il 13 giugno nella Giornata del Grazie: un grazie per aver avuto l’occasione di esercitare del bene, ma anche per aver ricevuto la riconoscenza di tutti coloro che hanno beneficiato della loro opera.

Greta Montemaggi