Ecco la versione di Massimo Gatti

A proposito del Centro Socio Residenziale, che cosa si sente di rispondere a chi asserisce che la convenzione con Aler era poco vantaggiosa per il Comune e che si sarebbero dovuti indicare il termine di fine lavori dell'opera e le penalità nel caso di ritardata consegna dell’opera?
Innanzi tutto, che ci si documenti e si studi. In secondo luogo, l’Amministrazione comunale è riuscita a fare valere le proprie ragioni. Quindi non si capisce di che cosa si stia parlando. Inoltre, non bisogna dimenticare i fallimenti delle imprese che avrebbero dovuto lavorare alla costruzione di questa opera pubblica e quanto questo fattore abbia inciso sui conseguenti ritardi.

Il Centro Socio Residenziale, dopo sette anni, è stato inaugurato. Quali saranno secondo lei le prossime sfide che questa Amministrazione, composta in parte da persone con le quali ha lavorato per anni, si dovrà attendere?
Lo scenario politico in cui ora i Comuni si trovano ad agire per certi versi è molto diverso da quello di allora. I Comuni non erano vessati come oggi. Quindi, la vera sfida è questa: continuare a offrire servizi. Il Centro Socio Residenziale è un progetto articolato e ambizioso ed è stata una buona scelta quella di affidare la gestione di alcuni servizi alla cooperativa (CRM). Attuare questa iniziativa che richiede un grande impegno e risorse significa dimostrare capacità e coraggio.

Il consigliere che a titolo personale ha mosso alcune critiche sulle modalità con cui era stata stipulata la convenzione è Felice Perego. Che cosa ne pensa?
Sinceramente sono un po’ perplesso sul fatto che Felice Perego sia consigliere non di minoranza, bensì di maggioranza. In passato, ho attuato alcune scelte politiche per il bene della cittadinanza – ad esempio, è stata costruita la piscina – ma soprattutto ho agito perché potesse essere mantenuto vivo il progetto del distretto sanitario di cui oggi usufruiscono migliaia e migliaia di persone. Non mi sono mai interfacciato con Felice Perego, ma con altri componenti della sua famiglia sì. Mi viene da pensare che vecchi rancori alla lunga non si cancellano. Provo perplessità.

Alessandra Moscheri