Falsità? Sono in gioco i diritti di bimbi e maestre

Falsità: così sono stati definiti i fatti, che lei sostiene di avere ascoltato dalle educatrici dipendenti della scuola, relativi all’aumento dell’orario lavorativo frontale con i bambini a sette ore, quando il contratto di lavoro ne prevede un massimo di sei. Le altre ore andrebbero infatti dedicate solo ad attività di sala per preservare dallo stress le maestre e salvaguardare i bambini. «Io ho parlato con queste persone, non mi sono inventata niente» ha dichiarato Di Bella.Di Bella Ma non basta. Sembra che alle educatrici sia anche stato chiesto di fare la pausa pranzo insieme ai bambini, dovendo così consumare il pasto in evidenti situazioni di scomodità. Di norma, durante la pausa pranzo si è in servizio a turni ma si deve potere mangiare rilassati in un’altra sede. Perché succede questo all’asilo nido di Paullo? Secondo la Consigliera, da quando la gestione smise di essere comunale, diventando di responsabilità di una cooperativa, sembra siano cominciate le incertezze. «L’essere dipendente di una cooperativa – spiega Di Bella – significa essere spesso soggetti a deroghe al contratto». «La vertenza comunale che stiamo portando avanti da maggio – ha continuato la Consigliera di Rifondazione Comunista – ha comunque prodotto alcuni risultati, permettendo di garantire a otto dipendenti un tempo indeterminato». Ai problemi citati si aggiunge anche quello delle rette, salite vertiginosamente da settembre. Chi supera i 9.000 euro di rendita annua è considerato appartenente alla fascia massima. Le famiglie così arrivano a pagare fino a 600 euro per il servizio di asilo nido. Ci sono poi ulteriori situazioni da chiarire. «Ho ricevuto inoltre alcune segnalazioni di disservizi». Sembra infatti che l’asilo abbia richiesto che ogni bambino venga dotato di proprie lenzuola e asciugamani. Secondo il Consigliere, è una scelta che permette di non dovere utilizzare il servizio di lavanderia. La battaglia di Di Bella, insomma, non finisce qui.

Eleonora Tosco