L’anguriera diventa un film

 

Cineasti all’opera presso “La casa del cocomero”, dove un pezzo di storia rischia di scomparire

Probabilmente prima o poi tutti gli automobilisti che percorrono l’asse della strada statale Paullese l’hanno intravista almeno una volta. Stiamo parlando di quella peculiare costruzione verde e rossa, denominata “La Casa del Cocomero”, che si scorge in prossimità del semaforo di Paullo.
Una sorta di grande capanno che fa capolino tra la vegetazione lombarda, avamposto del mondo vetusto che introduce al tempo flemmatico della natura e al quadro che il suo paesaggio idilliaco ispira col suo fascino.
É proprio per questo motivo che un piccolo gruppo di giovani cineasti ha deciso di girare un cortometraggio che ne descrivesse l’esistenza, esortati anche dall’eventualità che questo frammento di storia, simbolo di tradizioni e cultura del passato, possa scomparire per lasciare spazio ad una rotonda o un cavalcavia in occasione della riqualificazione della ex statale 415..
Una troupe laboriosa e ragguardevole che, composta da Laura Epasto (la produttrice), Mattia Costa (il regista), Andrea Striani (l’operatore e montatore,) Matteo Pravettoni (il fonico) e Davide Balducci (il fotografo di scena), ha trovato un favorevole appoggio dalle associazioni “La Tribù” di Peschiera Borromeo e “Retrobottega” di Bologna per la realizzazione pratica del progetto.
“L’idea ci è venuta quando, per puro caso, abbiamo scoperto che in questo posto verrà realizzata una rotonda”, spiega Laura Epassto.“Il concetto che sta alla base del documentario richiamerà tutta una serie di lunghe tradizioni dal punto di vista agricolo e il contrasto tra natura ed ingigantimento della città”.
“Una cosa che senz’altro cercheremo di fare sarà di tirare fuori la magia di questo posto”, precisa il regista, Mattia Costa.
Il lavoro autoprodotto, dal titolo provvisiorio “L’ultima anguriera”, verrà presentato in tutto il territorio del Sud-est Milano nel prossimo autunno e racconterà attraverso le immagini i momenti più significativi della vita dello storico locale, sul territorio dal 1965, e dei suoi protagonisti: i gestori, Pietro Bollina e consorte, e tutti gli avventori.
In attesa dell’uscita dell’opera, che forse parteciperà anche al festival di Slow Food, non possiamo fare altro che aspettare incuriositi il risultato finale.

Maurizio Zanoni