San Donato, l'addio della Saipem scatena l’opposizione, Falbo: «Checchi non è un sindaco politicamente credibile»»

Il passaggio della società legata a Eni e Snam, che si trasferirà a Milano nel quartiere Santa Giulia, suscita polemiche contro la giunta comunale

C’è il via libera: Saipem abbandonerà la propria storica sede sandonatese, tra via Martiri di Cefalonia e via Alcide De Gasperi per ricollocarsi in uno stabile di recente fattura realizzato a Rogoredo nei pressi della sede di Sky. Non si tratta però di un passaggio indenne, che possa avvenire senza colpo ferire e senza strascichi – almeno di polemiche. Sì, perché Saipem, acronimo di Società Azionaria Italiana Perforazioni E Montaggi, sorta nel 1956 per scorporo dalla Snam, vanta decine di migliaia di dipendenti in oltre 60 paesi del mondo, di cui quasi 3mila a San Donato Milanese, e un fatturato annuo di diversi miliardi di euro. Pertanto il trasferimento della sede della società, ormai dato per certo, ha rinfocolato le opposizioni cittadine, ora sul piede di guerra nei confronti di una Amministrazione giudicata incapace di affrontare tematiche cruciali e di condurre in modo serio e rigoroso trattative che inficiano la vita dei cittadini. 
Al post pubblicato sulla propria pagina Facebook dal Sindaco Checchi, il quale sostiene di aver appreso la notizia della decisione della Saipem solo attraverso la stampa, la risposta di Gina Falbo, capogruppo di Insieme per san Donato Milanese, non si è fatta attendere. «Il Sindaco certifica, ove fosse residuato qualche dubbio, la sua assoluta irrilevanza sulle partite che davvero contano per il futuro della nostra città» incalza la Falbo attraverso un comunicato stampa, per poi sviscerare, solo a titolo esemplificativo, alcune situazione che hanno messo in luce l’inadeguatezza del Primo cittadino sandonatese: tra queste Policlinico e Parco Enrico Mattei, quest’ultimo lasciato da anni in condizioni di degrado e abbandono nonostante le generose offerte di Eni e Snam (15mln di euro in totale) per ridare lustro e decoro al gioiellino che fu sogno e orgoglio del fondatore dell’Ente Nazionale Idrocarburi. Invece, incalza Gina Falbo, «cosa ha fatto il Sindaco? Ha aspettato, ha tergiversato, nella sua totale inerzia e incapacità decisionale. Perdendo un’opportunità unica per la città. Ora sta decidendo, con gli immancabili consulenti, a chi affidare il Parco. Spendendoci i soldi dei cittadini». La capogruppo domanda dunque: «Vi pare possibile che il Sindaco, che rappresenta la più alta carica istituzionale del Comune, venga a sapere di una notizia così importante e dagli impatti così significativi per la città da un giornale?». La risposta non può che essere negativa ed è per tale ragione che il Sindaco viene definito «poco credibile» e «inaffidabile». La chiosa, irrimediabilmente disillusa e sarcastica, è la seguente: i sandonatesi stanno già attendendo «grandi cartelloni pubblicitari per la prossima campagna elettorale del 2022, nella quale l’attuale Sindaco lancerà con ogni probabilità alla sua successione il suo giovane assessore allo sport. Promosso per grandi meriti, evidentemente…» E poi la pietra tombale che mette la parola fine a una vicenda dai tratti grotteschi e destinata a fare molto rumore: «San Donato ha, dunque, un Sindaco politicamente credibile? A conti fatti e al netto dei risultati di 8 anni di Amministrazione, riteniamo, senza dubbio, di NO».

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