Sparatoria al Comando di polizia locale di San Donato: archiviata l’indagine

Accolta la richiesta del pm per “morte del reo, in assenza di elementi che consentano l’esercizio dell’azione penale nei confronti di terzi soggetti”. Si è quindi trattato di omicidio-suicidio, come ricostruito sin da subito

Nel riquadro da sx: Massimo Iussa e Massimo Schipa

Nel riquadro da sx: Massimo Iussa e Massimo Schipa

Ancora aperta l’inchiesta sul movente

A poco meno di un anno dalla tragica sparatoria al Comando di polizia locale di San Donato che, il 29 giugno 2017, costò la vita all’agente Massimo Schipa ed al vicecomandante Massimo Iussa, l’indagine è stata ufficialmente archiviata. Lo scorso 18 aprile, ma la notizia è trapelata solo in questi giorni, il Gip Sofia Fioretta ha infatti accolto la richiesta del pubblico ministero per “morte del reo, in assenza di elementi che consentano l’esercizio dell’azione penale nei confronti di terzi soggetti”. In altre parole, viene quindi definitivamente confermato quanto ricostruito dagli inquirenti sin da subito, e cioè che l’agente Massimo Schipa, dopo aver sparato al petto del vicecomandante Massimo Iussa, ha poi rivolto la medesima arma contro se stesso. 

Nel documento di archiviazione vengono quindi respinte tutte le obiezioni sollevate nei mesi scorsi dai legali della famiglia Schipa, prima fra tutte quella relativa al fatto che l’agente fosse destrorso, mentre il verbale del pronto soccorso veniva indicata la parte sinistra del capo come punto d’ingresso del foro della pallottola. I nuovi accertamenti disposti hanno però evidenziato come tale discrepanza fosse dovuta ad un “errore dei medici”, fugando definitivamente i dubbi in tal senso. Il Gip, inoltre, nell’atto di archiviazione ha “escluso con tranquillizzante certezza” anche l’obiezione secondo cui nella sparatoria fossero coinvolti anche “altri soggetti”. In quei terribili istanti, infatti, l’unico altro agente presente si trovava in bagno, impossibilitato quindi ad assistere direttamente ai fatti.

Chiusa quindi l’indagine per omicidio-suicidio, resta però tutt’ora aperto un altro procedimento separato, e cioè quello inerente il movente che avrebbe spinto l’agente Massimo Schipa a sparare. In tal senso bisognerà accertare se, come sostenuto dai legali di Schipa e dalla sua famiglia, l’agente 52enne fosse da tempo oggetto di mobbing da parte del suo superiore.

Redazione Web

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