Il corpo, rinvenuto senza vita giovedì 18 luglio all’interno dell’area del “boschetto della droga” di Rogoredo, appartiene a D.V., un operatore sociale 33enne residente a San Giuliano. Il suo corpo era stato notato da una passante, che aveva lanciato subito l’allarme: giunti sul posto, gli operatori del 118 non avevano potuto fare altro che constatarne il decesso, sopraggiunto a quanto pare per overdose. D.V. aveva alle spalle un passato burrascoso, segnato dalla frequentazione di cattive compagnie e da alcuni precedenti penali in giovane età. Negli ultimi anni, però, il 33enne aveva deciso di dare una svolta alla sua vita, dedicandosi anima e corpo ad alcuni progetti riservati alle persone più fragili. Per questo, la notizia della sua tragica morte ha sconvolto non solo parenti e amici, ma anche gli altri operatori che collaboravano con lui. Tra le attività che lo vedevano in prima linea figura l’iniziativa degli “orti sociali” presso lo spazio Eterotopia, in via Risorgimento a San Giuliano, avviata per dare una occasione di integrazione a portatori di disabilità e soggetti a rischio di emarginazione sociale. Inoltre, D.V. partecipava costantemente alla consegna dei pacchi viveri per le famiglie meno fortunate organizzata dal Banco di Solidarietà e, tra gli ultimi progetti cui stava lavorando, figura l’idea di trasformare gli imbrattamenti degli androni dei palazzi Aler in opere artistiche, soprattutto a beneficio dei bambini, che adorava. La sua, insomma,  era una storia di riscatto esistenziale, nato dalla volontà di imboccare una nuova via dopo un passato difficile, di cui non faceva mistero. Per questo, chi lo ha conosciuto e apprezzato stenta a credere che D.V. fosse ricaduto nel tunnel della droga: In tal senso non resta che attendere i risultati dell’autopsia che verrà eseguita sul suo corpo.