33enne trovato morto nel “boschetto della droga” a Rogoredo

Si tratta di un pregiudicato italiano morto con ogni probabilità a causa di un’overdose. De Corato: «Ora basta, è necessario intervenire in maniera drastica. Troppi i morti per overdose in Lombardia»

È  di un trentatreenne italiano pregiudicato il corpo trovato nella mattinata di giovedì 18 luglio all'interno del “boschetto della droga” di Rogoredo, nell'area recintata accanto a via Sant'Arialdo. Proprio dalla strada una donna ha notato il corpo e ha chiamato la Polfer. L'ipotesi è che si sia trattato di un overdose, anche perché l'uomo aveva di fianco una siringa. Si attendono comunque i risultati dell'autopsia. Il boschetto è da tempo al centro delle polemiche per la situazione di degrado e la presenza massiccia di spacciatori e drogati. Solo pochi giorni fa, lunedì 15 luglio, un altro uomo, un indiano di 31 anni, è stato salvato da un’overdose grazie alla telefonata anonima ai soccorsi di qualcuno che era con lui.  Sempre qui, fra siringhe e degrado, a maggio è nato un bambino, figlio di una ragazza tossicodipendente. Lo scorso anno in Lombardia sono state almeno 24 le morti per overdose, 8 delle quali solo a Milano. Dall’inizio dell’anno ad oggi i decessi per droga sono stati, contando anche quest’ultimo, almeno 14. Questa è la seconda morte a Rogoredo da gennaio ad oggi. 

«Basta chiacchiere! – ha affermato con risolutezza Riccardo De Corato, assessore lombardo alla Sicurezza - Bisogna intervenire in maniera drastica come già più volte ho detto. Purtroppo, specialmente a Milano, le sostanze stupefacenti sono sempre più facilmente reperibili, spesso anche a prezzi davvero bassi. Proprio a Rogoredo, una delle più grandi piazze di spiaccio d’Europa a cielo aperto, fra gli alberi e il degrado, si possono trovare dosi a 2, 3 o 5 euro.  Il Comune ora illumini e disboschi l’area dalle piante cresciute spontaneamente, usate come rifugio da spacciatori e tossicodipendenti, e la dichiari zona rossa, così che tutti i pusher non possano più metterci piede». 

In tal senso, De Corato invita il Comune a prendere spunto da quanto fatto in passato dalle Giunte di Centrodestra, per mettere la parola fine alla questione una volta per tutte.  «Basti pensare al Parco delle Cave – precisa De Corato -, il più grande parco urbano d’Italia, 1.350.000 mq tolti dalle mani di spacciatori e tossicodipendenti grazie al posizionamento di un sistema di videosorveglianza e della control room, torretta all’interno della quale ci sono schermi attraverso i quali è possibile, controllare quanto accade all’interno dell’area verde. Mentre all’ingresso, in via Bianca Milesi, è stata aperta in una ex scuola una stazione dei Carabinieri, così da garantire un maggiore presidio e controllo della zona.  Oppure – aggiunge l’assessore - Il Parco delle Basiliche, 40 700 mq,, è stato recintato, con ingressi via Molino delle Armi, piazza della Vetra, via Vetere, via Santa Croce, e videosorvegliato. Anche Parco Sempione, 386 000 mq,  e Parco Alessandrini,  66.500 mq, che si trova nello stesso municipio di quello di Rogoredo, ovvero il 4, sono stati recintati e videosorvegliati».

L’Assessore riserva tuttavia un plauso va a tutte le associazioni di volontariato quotidianamente impegnate a strappare giovani e non dall’incubo della droga e dal parco della morte.
Redazione Web

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