"We care: Papa Francesco incontra la scuola": testimonianza di tre studentesse del Liceo Machiavelli

Più di 300mila studenti a Roma, sabato 10 maggio, al raduno "We care: Papa Francesco incontra la scuola" hanno trasformato Piazza San Pietro in una grossa aula scolastica.

In molti altri, da casa, hanno seguito l'evento trasmesso in diretta da Rai Uno; noi della redazione di 7giorni siamo riusciti a raccogliere la testimonianza di tre studentesse - al quarto anno di liceo classico - del Liceo Machiavelli di Pioltello.
Da sinistra: Alexandra, Martina e GiuliaMartina, anni 17 di Segrate: «Non appena ci hanno proposto di andare a Roma per incontrare il Papa, senza pensarci molto, ho detto sì. L'idea di incontrare dal vivo il rappresentante della Chiesa, mi ha incuriosito molto dal momento che in televisione mi è sempre sembrato un "uomo di questi tempi", “una persona” calata nella realtà più che un uomo di Chiesa. La semplicità di Papa Francesco mi ha colpito molto, pur non frequentando la Chiesa ormai da un po' di anni, appena mi è passato a un metro di distanza – ero molto vicina alla transenna - ho provato una gioia immensa e mi sono detta: «Wow, sta capitando a me!». Le sue parole mi hanno fatto riflettere molto sui valori che mi ha trasmesso finora la scuola e su cosa davvero si debba fondare questa istituzione. Una frase, in particolare, del discorso del Papa mi ha colpito e mi porto a casa come prezioso insegnamento: «è sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca». Una chiara esortazione a non abbatterci di fronte al "fallimento" e un incoraggiamento a vivere la scuola in modo sereno e armonioso».
Alexandra, anni 17 Cernusco sul Naviglio: «L'incontro avvenuto tra mille studenti di tutte le età e docenti con Papa Francesco è stata una esperienza unica. Sicuramente l'atmosfera magica della “città eterna” ha contribuito a donare un tocco di magnificenza a questo evento. Siamo partiti senza sapere molto - il ritrovo era in Piazza Udine alle 23,40 di venerdì sera con molti studenti provenienti dalle scuole della zona sud est di Milano - l'unico fattore che ci ha tenuto così tante ore sotto il sole cocente e senza aver dormito per due notti di seguito – abbiamo viaggiato in pullman di notte sia all'andata che al ritorno - è stato il desiderio di vedere la Guida della Chiesa Cattolica. Ho provato una gioia immensa tanto da commuovermi nel ritrovarmi lì, in quella piazza, che fu costruita per raccogliere il maggior numero di fedeli e la cui architettura era stata studiata per essere il simbolo di un abbraccio affettuoso da parte della Chiesa ai suoi pellegrini. E' stata la prima volta che ho visto una così grande partecipazione da parte di tutti, mossi da sentimenti autentici. Era come se fossimo tutti una grande famiglia, le mie cose erano quelle degli altri e viceversa, si condivideva tutto: esperienze, emozioni, scambi di poche o molte parole, riflessioni, ma anche gli alimenti, l'acqua, gli ombrelli per proteggersi dal sole caldo di mezzogiorno. Non ho mai provato una simile emozione: nemmeno salire sul gradino più alto del podio cantando l'inno nazionale durante la premiazione di un campionato europeo di nuoto sincronizzato può essere equiparato a tale unicità. Per una volta ho percepito l'Italia intera come una vera nazione, riunita sotto un volere generale, spinta da moti emotivi comuni, insofferente a tutte le eventuali complicazioni e condizioni spiacevoli e volta verso un unico obiettivo: incontrare una guida autentica nella sua semplicità e bontà. Il messaggio più importante? Riavere fiducia in una Italia che ormai sta andando a rotoli, non disperare di una società corrotta e volta all'utile, credere che le persone sono ancora capaci di provare dei sentimenti profondi e ricredere che la forza della collettività può portare a raggiungere alte vette».
Giulia, anni 18 Pioltello: «Una esperienza unica! Trovarsi proprio lì ad ascoltare Papa Francesco tra tanti altri ragazzi, ognuno con i suoi sogni, mi ha emozionato! Papa Francesco è soprattutto il papa dei giovani e rappresenta la Chiesa del futuro! Ci ha commosso, ci ha dato speranza e fiducia! Come ha detto, infatti, il Papa di una cosa abbiamo bisogno tutti quanti, giovani e meno giovani: «dobbiamo imparare ad imparare».
Cristiana Pisani

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