Gli infermieri dell’ospedale del presidio di Melegnano si lamentano: manca la sicurezza

Le diverse domande di trasferimento sono la dimostrazione dei disagi di quei dipendenti che, di fronte alle minacce, non vogliono più lavorare. Se dagli ospedali “scappa” la qualità, cosa rimane sulla piazza? L’Amministrazione, oltre che governare, dovrebbe anche tutelare il personale. «Di questi casi se ne verificano dai tre ai quattro a settimana» racconta l’infermiera A.S. A chi studia per diventare infermiere non viene impartita una preparazione psico-relazionale atta a insegnare ad avere un contatto con l’utenza, ma con il paziente «poi c’è chi è più portato a farsi scivolare addosso le cose e chi meno» continua E.R. Ti lamenti, ti sposto. Ci sono infermieri che scelgono volutamente di lavorare in pronto soccorso, il massimo dell’area critica e dell’urgenza, quindi lo spostarli equivale a ucciderli professionalmente. Vedere duecento pazienti al giorno con relativi parenti non è cosa da poco. «Noi nel portone dell’ospedale siamo quelli che vediamo più gente di tutti. Viste le situazioni a cui andiamo incontro sarebbe più delicato tutelarci con matricola, fotografia e iniziali, senza dover dare nome e cognome al primo che capita» dichiarano più voci dal pronto soccorso. Lavorare con la consapevolezza di non poter denunciare, di non poter obiettare e di dover stare in silenzio non è cosa giusta.
«L’Amministrazione vede l’utente come un cliente. Melegnano, come bacino d’utenza, potrebbe fare faville ma è un pubblico circondato da privati. Vive di bassa qualità lavorativa, il che significa che non ha interventi chirurgici di serie A ma di serie B o C quali appendicite, ernia… Le specialità che portano soldi a livello di ricoveri come la cardiologia o la nuova chirurgia, non le abbiamo. In azienda arrivano pochi introiti, per questo è bene tenersi stretto il paziente geriatrico, che ha sempre le stesse patologie. Altrimenti si rischia di chiudere». Non denunciare per non allontanare la gente, è grave. Il rispetto reciproco, prima di tutto, sarebbe quella piccola ma solida base, per un primo passo verso il miglioramento.

Alice Renaudo