Attenzione! "Se ricevete questa lettera, non chiamate assolutamente, è una truffa telefonica". Tutto falso è una bufala

Questa sera, prima di uscire dall’ufficio una amica ha postato un messaggio su Facebook con ben 100mila condivisioni, mi sono incuriosito e ho voluto indagare. Nel post c’era la foto di una lettera (nell’immagine) di colore paglia rossastro, sobria, solo con testo quasi istituzionale, con una dicitura marziale: “Avviso importante”. La lettera, regolarmente timbrata dal servizio postale in data 9 ottobre 2013, Invitava il destinatario a mettersi in contatto con il numero riportato sul corpo della missiva, per importanti comunicazioni che lo riguarderebbero.

Indubbiamente lo stato d’animo di chi riceve una lettera del genere, è simile a quello che hanno coloro ai quali i Carabinieri lasciano una avviso in casella, con l’invito a passare in caserma per importanti comunicazioni senza sapere di cosa si tratti. Si risvegliano fantasmi, dubbi, timori, lo sbaglio giudiziario è sempre dietro l’angolo: «Oddio cosa vorranno? E chi lo paga l’avvocato!». Qualche buontempone ha innescato la miccia della bufala passata per notizia, affermando che il numero riportato sulla lettera, se composto avrebbe fatto lievitare la bolletta telefonica a causa di un fantomatico ingente addebito, dovuto al trasferimento di chiamata su un numero estero a valore aggiunto. Non solo, ignari utenti di Facebook hanno abboccato, ma anche siti di news e blog che sono accreditati come testate giornalistiche, hanno riportato la notizia senza verificare la fonte, innescando un vortice virale che ha ripetuto per migliaia di post quel messaggio che metteva in guardia da una nuovissima truffa telefonica. In certi articoli, addirittura erano riportati con dovizia di particolari, costi esatti e ipotesi sulle nuove tecnologie in possesso dagli hacker, in grado di mascherare un numero telefonico a pagamento dietro un semplicissimo prefisso di Milano. Concludevano quasi tutti con toni da salvatori della patria, ribadendo di non farlo, pena un grande esborso economico. In realtà sarebbero bastati 10 minuti di indagini in rete e una telefonata al numero in questione per fornire informazioni corrette ai lettori: una tecnologia capace di fare cose del genere sconfinerebbe nella fantascienza o nel paranormale. Se sul telefono, fisso o mobile che sia, componi 02 a meno che non ti abbiano fisicamente manomesso l’apparecchio, non c’è dubbio che stai chiamando un numero di Milano; l’azienda che ha spedito quella lettera è la Geri Gestione Rischi che fra le altre cose esegue anche recupero crediti per conto di numerose società per azioni e multinazionali del calibro di Credito Emiliano, E.ON energia, Fastweb, Enel energia, Gdf Suez energia, Sorgenia, Maggiore rent, Vodafone, Wind e altre. Ne consegue che il destinatario avrà probabilmente qualche cosa in sospeso con una di quelle aziende. La strategia di questa società di recupero crediti fa presa proprio sul fatto che le persone che ricevano quella lettera sono indotte a chiamare per sapere di cosa si tratta e gli operatori, forse, visto che il credito è sempre più inesigibile a causa del lungo periodo di giacenza di raccomandate o ingiunzioni del tribunale, approfittano dell’occasione per proporre dilazioni di pagamento o anche un saldo e stralcio della posizione con una somma inferiore al debito. Insomma, non mi resta che dire che per fortuna la categoria dei giornalisti non è tutta così, i casi riscontrati sono una decina, una cifra misera rispetto alla quantità di siti che somministrano notizie giornalmente. Nessun cortocircuito mediatico ma solo qualche fiammella. Però un insegnamento da questa storia possiamo trarlo: mai fidarsi della rete!

Giulio Carnevale