I due papi hanno visioni diverse riguardo al celibato dei sacerdoti della Chiesa cattolica latina?

Sembra che Francesco sia disponibile a concedere, caso per caso, facoltà ai vescovi di ordinare persone sposate; questo “caso per caso” manterrebbe il celibato obbligatorio nella Chiesa latina, ma permetterebbe l’ordinazione di uomini sposati, che continuano ad usare del matrimonio, per assicurare i sacramenti laddove mancano i sacerdoti celibi

Nel libro “Dal profondo dei nostri cuori” ci viene spiegato che, i sacerdoti in Israele all’epoca dell’Antico Testamento erano tenuti a rispettare l’astinenza sessuale solo nei periodi in cui esercitavano il culto, per cui matrimonio e sacerdozio erano compatibili. Poi, per i sacerdoti della Chiesa di Cristo, essere al servizio di Dio è diventato uno stato permanente, poiché celebrano l’eucaristia regolarmente, per cui non sembra possibile realizzare simultaneamente le due vocazioni (il servizio del Signore e lo stato coniugale), visto che entrambe richiedono esclusività e coinvolgono l’uomo nella sua totalità. L’attitudine a rinunciare al matrimonio per mettersi totalmente a disposizione del Signore è pertanto diventato un criterio per il ministero sacerdotale. Rappresentano delle eccezioni quei pastori protestanti sposati destinati a ricevere l’ordinazione sacerdotale, che vivranno il matrimonio il perfetta continenza. La scarsità di preti invece non è considerata un’eccezione, bensì una situazione comune in tutti i paesi di missione. Ora, la comunicazione vaticana si è trovata spiazzata dalla notizia della pubblicazione del libro e ha reagito affannandosi a negare che i due papi abbiano visioni diverse riguardo al celibato dei sacerdoti della Chiesa cattolica latina. Per appurare se questo corrisponde a verità, bisogna riascoltare quanto detto da papa Francesco in aereo al rientro da Panama a fine gennaio 2019: ha definito il celibato dei sacerdoti un dono prezioso per la Chiesa, ha affermato che non intende rendere opzionale questo dono; fin qui tutto liscio. Ma ha anche aperto alla possibilità di pensare all’ordinazione di uomini sposati in posti lontanissimi, senza però spiegare perché la necessità pastorale dei fedeli delle isole del Pacifico sia diversa da quella dei fedeli che abitano in qualche paesino remoto dell’Appennino. Francesco ha inoltre definito “interessante” il libro del vescovo tedesco Fritz Lobinger, dove si ipotizzano due categorie di sacerdoti: una celibe, con piene funzioni, e l’altra sposata, con funzioni parziali. Il fatto che Francesco abbia ribadito che non se la sente di decidere sul celibato opzionale, non impedisce che egli possa delegare a farlo i vescovi e le conferenze episcopali, laddove ci sia necessità, cioè ovunque. Sembra che Francesco sia disponibile a concedere, caso per caso, facoltà ai vescovi di ordinare persone sposate; questo “caso per caso” manterrebbe il celibato obbligatorio nella Chiesa latina, ma permetterebbe l’ordinazione di uomini sposati, che continuano ad usare del matrimonio, per assicurare i sacramenti laddove mancano i sacerdoti celibi. In conclusione, l’affermazione che tra la posizione sul celibato di Benedetto XVI e quella di Francesco c’è sostanziale continuità risulta non rispondente al vero. Qui la dottrina verrebbe di fatto contraddetta dalla disciplina, con il risultato di disorientare i fedeli e di mettere a rischio l’unità della Chiesa. La storia finisce con una smentita e una contr-smentita: pare che Benedetto XVI abbia dovuto smentire d’aver scritto il libro assieme al cardinale Sarah e di averne autorizzato la pubblicazione in quella forma. In seguito a questa smentita, il cardinale Sarah ha dichiarato che il papa emerito era invece d’accordo che il testo venisse pubblicato e proprio in quella forma. Su richiesta del segretario del papa emerito, Georg Gänswein, il cardinale Sarah ha convenuto che nelle future edizioni figurerà lui stesso come autore, con il contributo di Benedetto XVI, fermo restando il contenuto del volume invariato. In questa fumosa situazione, noi fedeli ci dobbiamo attenere all’insegnamento degli Apostoli ed essere grati, dal profondo dei nostri cuori, a Benedetto XVI per avercelo ricordato.

Gabriella Donà