Pantigliate, un affezionato lettore lancia un j'accuse all' "inefficienza" della Giunta e sentenzia: «mai più un sindaco e un vicesindaco da fuori!»
Antonio Spadini ripercorre con orgoglio e nostalgia la storia amministrativa del Comune ombelico della Paullese, criticando aspramente l’azione della maggioranza in carica

Il rendering progettuale della nuova Farmacia comunale Uno dei progetti "bollati" come mera propaganda dal nostro lettore
Gentile Redazione di 7 Giorni, grazie per aver pubblicato la
mia lettera. Poiché la frase che ha colpito di più penso sia stata: “I cittadini
vogliono gli amministratori (Sindaco e Vicesindaco) più attivi e produttivi”,
che avete inserito nel sommario, mi
sento in obbligo di spiegarmi. Qui a Pantigliate eravamo abituati ad amministratori
che si davano da fare a cercare sponsor, a coinvolgere volontari, a inventarsi qualcosa per le esigenze del paese (ad
esempio per le luminarie natalizie! Sobrietà
non vuol dire sciatteria: bastava coinvolgere , come sempre,i negozianti).
L’assessore, per un periodo anche vicesindaco, Angelo Timini, era riuscito addirittura
a far eseguire dei lavori di sistemazione al Fontanile della Crocina e alle
strade attigue, sfruttando la circostanza che l’Eni stava passando in zona con
delle condotte del gas. Ma si potrebbero citare tanti altri esempi. La sistemazione dell’Area Centrale, il
sottopasso della Paullese, le tre rotatorie, la realizzazione dell’Asilo Nido
in “project financing”, praticamente a
costo zero! Quegli amministratori tenevano i contatti con tutti i Comuni della
Paullese e anche con la Provincia, pur di segno politico opposto: le
istituzioni sono dei cittadini per i cittadini non spazi personali in cui
chiudersi! Se Pantigliate oggi è una
bella cittadina, non è piovuta dall’alto! È il frutto del lavoro di una bella squadra (Carparelli,
Timini, Pangrazzi, Rozzoni, Targa, Pacciarini, Miglioli) che, nell’arco di un
ventennio, hanno trasformato un piccolo paese della Bassa Milanese in una
ridente contrada della Citta
Metropolitana. Per non parlare poi di “Pantigliate Informazioni” che il
“comunista” Trevenzuoli aveva pensato come strumento democratico: ogni partito designava
i suoi rappresentanti in redazione. Poi
sono arrivati “quelli bravi”, hanno incominciato a scomporre la testata (in uno
dei primi numeri sono usciti con un guazzabuglio di titoli confusi in cui si
dava il messaggio che l’informazione sarebbe cambiata, in peggio purtroppo!).
Pubblicazioni comunali spente, articoli non firmati, la voce del padrone,
comunicati con promesse mirabolanti (trasformazione del vecchio edificio del
Comune in una Superfarmacia /Polo Medico-Infermieristico ). Hanno tremato le montagne ed è nato un
topolino: una modesta (sicuramente molto utile, per fortuna) farmacia comunale, situata in
tutt’altro luogo. Infine i nuovi amministratori hanno partorito la geniale idea
di registrare, con nuove spese, la stessa testata, “Pantigliate Informazioni” già
registrata a suo tempo nel 1983, con lo
stesso titolo! Boh, valli a capire! Mi risulta tra l’altro che neanche alla
minoranza, che ne ha fatto richiesta, è consentito esprimersi sul bollettino!
Roba di autocrazie! Non era così sul “Pantigliate informazioni” originario,
quando ogni cittadino poteva dire la sua! Ci si rende conto di quanto si è
andati indietro nel concetto di
democrazia? Ecco cosa intendevo per “amministratori più attivi e produttivi”! Mi
auguro che i pantigliatesi riflettano: mai più un sindaco e un vicesindaco da
fuori! Cosa ne sanno questi del Maggio Pantigliatese, del Palio dei Rioni,
delle Marce degli otto Sindaci sulla Paullese, di “Puliamo il mondo” delle
Scuole, del Ponte della Juve, dell’utilità e del prestigio che veniva al paese
dal Palazzetto dello Sport-Piscine-
Acquafan, miseramente lasciato alle scorrerie di vandali? Lo sanno che esiste in zona un Centro Commerciale
che, se fossero coltivate normali, educate relazioni pubbliche, poteva essere
coinvolto per il mantenimento del verde, come ha fatto la Provincia per la
Rotatoria dell’Esselunga?
Antonio Spadini