Ancora un discorso di Conte alla nazione, annuncia interventi per 55 miliardi, la sanatoria degli immigrati e il “bonus monopattino”

Gualtieri annuncia: «L’Italia ce la farà». Ma la «potenza di fuoco», passata sotto la lente d’ingrandimento, si scioglie come neve al sole. Dopo più di 100 giorni siamo ancora alla «premessa per concretizzare la ripresa»

Il Decreto Rilancio, fu Decreto Aprile, sviluppato a partire da marzo  per la crisi di febbraio annunciata in gennaio e, alla fine, completato a maggio.

Habemus decretum, verrebbe da dire. Il governo, dopo interminabili settimane di discussioni e dibattiti, mentre l’economia langue e le imprese sono allo stremo, ha finalmente partorito il Decreto Rilancio, fu Decreto Aprile, sviluppato a partire da marzo  per la crisi di febbraio annunciata in gennaio e, alla fine, completato a maggio. Sembra uno scioglilingua ma, purtroppo, è la rappresentazione plastica della drammatica situazione in cui versa l’Italia. Nella serata del 13 maggio, durante l’ennesima conferenza a reti unificate, Giuseppe Conte ha svelato le misure contenute nel tanto atteso decreto. Si tratta – o almeno dovrebbe trattarsi – di un piano di rilancio dell’economia della Penisola. Ad uno sguardo attento balza però subito all’occhio che il premier, il governo e gli ormai non più quantificabili “esperti” hanno colto l’occasione per creare un gran pastiche, una commistione di diversi ambiti e materie con il risultato prevedibile di rendere tutto più complesso; nulla di nuovo, verrebbe da dire; “solamente” altri 256 articoli tra cui districarsi. Si va dai bonus alle famiglie alla Cig, dal “bonus vacanze” al taglio (minimo) di alcune tasse passando per il “bonus monopattino” e niente meno che la sanatoria di oltre mezzo milione di immigrati irregolari.
Proviamo a ripercorrere le principali misure presenti nel Decreto Rilancio e, per quanto possibile, a fare chiarezza su ciò che Conte ha presentato come una «potenza di fuoco», nei fatti un testo farraginoso nonostante il premier si sia affrettato a sottolineare che «abbiamo impiegato un po' di tempo ma posso assicurarvi che non abbiamo impiegato un minuto di più di quello strettamente necessario per un testo così complesso».

La principale misura presente nel decreto in materia economica riguarda la riduzione fiscale e consiste nell’annullamento del pagamento della rata di giugno dell’Irap, l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive; «un governo che prende misure per lavoratori e imprese deve ascoltare le posizioni di lavoratori e imprese. C'era una richiesta su questo e riteniamo giusto averlo fatto», ha dichiarato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Il decreto, che dunque arriverà in Parlamento nella forma in cui il capo del governo lo ha presentato, prevede inoltre 25 miliardi per i lavoratori, l’istituzione del reddito di emergenza e tagli alle tasse per 4 miliardi. Altri 15 miliardi (o 16, a seconda delle versioni) saranno destinati alle imprese con un fatturato inferiore ai 250mln di euro, a cui si aggiunge il già citato stop dell’Irap. Per autonomi e professionisti è stato poi riconfermato un sostegno quantificabile in 600 euro, che il governo si riserva eventualmente di elevare fino alla cifra di mille euro.

«Abbiamo pagato l'85% di cassa integrazione, quasi 80% di bonus autonomi, misure per 4,6 milioni di lavoratori. Abbiamo lavorato per rendere meno farraginosi i passaggi e confidiamo di recuperare il tempo perduto, avendo snellito la procedura. Ci sono poi 1,4 miliardi per università e ricerca e l'assunzione di 4000 nuovi ricercatori», annuncia entusiasticamente in premier che, però, al di là degli ormai tristemente noti proclami, dovrà fare i conti con una insuperabile burocrazia, da molti esponenti politici additata come causa di tutti i mali nostrani salvo poi fare poco o nulla per alleggerirla. «Non ci sono sfuggiti i ritardi e cerchiamo di rimediare», ha detto Conte che poi ha anche annunciato interventi per la sanità per oltre 3 miliardi di euro.

«non abbiamo definito una riforma del sistema fisco, è un intervento una tantum».

L’avvocato del popolo ha quindi trionfalmente sbandierato un “pacchetto turismo” che prevede un credito d’imposta di 500 euro a famiglia per coloro che presentassero un ISEE inferiore a 40mila euro; il professore non ha però tenuto conto che coloro che si trovino a ricadere in tale fascia di reddito, con ogni probabilità, preferiranno direttamente non aprire le proprie attività, dal momento che il fallimento, già molto probabile, diventerebbe pressoché certo date le linee guida eccessivamente stringenti che il governo sta in questi giorni comunicando alle regioni. Per il momento restano sospese le rate Imu di alberghi e stabilimenti balneari, così come bar e ristoranti non dovranno pagare la Tosap, la Tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche. Conte si è però affrettato a precisare che «non abbiamo definito una riforma del sistema fisco, è un intervento una tantum».

Ancora molto rimane da chiarire sul capitolo Cassa Integrazione che, in virtù del nuovo decreto, sarà gestita direttamente dall’Inps, saltando il passaggio delle Regioni; restano comunque molti dubbi sull’effettivo snellimento dei passaggi che, seppur presente, risulta minimo e non sufficiente a far arrivare rapidamente i denari nelle tasche dei lavoratori, già provati da mesi senza introiti. La Cig, tra l’altro, è stata prorogata in deroga per altre nove settimane sino ad ottobre. Prolungato di altri tre mesi lo stop dei licenziamenti.

Amara sorpresa per i lavoratori del settore sanitario

Amara sorpresa per i lavoratori del settore sanitario, per i quali si era vociferato di un bonus di 1000 euro sotto forma di gratifica e ricompresa per l’enorme sforzo compiuto al servizio della comunità nazionale; nulla di tutto ciò è realmente entrato tra i grovigli del dl Rilancio, che prevede soltanto un generico «incentivo di 190 milioni al personale sanitario».

Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha annunciato un pacchetto da 100 milioni per incrementare le attività delle Forze dell’Ordine, attivissime in questi drammatici mesi di emergenza sanitaria, e per aumentare di 500 unità il personale di “Strade Sicure”. «Il decreto Rilancio stanzia 6 miliardi per gli indennizzi alle imprese che fatturano da zero a 5 milioni di euro e che hanno avuto un calo di fatturato del 33%, sostanzialmente la totalità», ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Patuanelli. «È perfettamente vero che nei prestiti alle piccole imprese c'è stata troppa lentezza da parte delle banche, non siamo stati affatto contenti. In alcuni casi ci sono volute poche ore, in altri diversi giorni: le norme consentono di erogare i 25.000 euro in 48 ore», ha chiosato Gualtieri.

Messe definitivamente a tacere le voci di dissenso, negli ultimi giorni sempre più flebili, degli esponenti grillini, ormai ridotti a semplici comparse nella compagine governativa.

In un crescendo di euforia che nemmeno il Segretario di Stato George Marshall nel presentare lo storico “recovery program” che da questi prende il nome, la parola è passata al ministro Teresa Bellanova, la quale, con la lacrimuccia che appannava le lenti degli occhiali e il viso provato per la commozione, ha infine solennemente annunciato la tanto dibattuta maxi-sanatoria per oltre mezzo milione di immigrati clandestini, da oggi e per i prossimi 6 mesi ammessi a rimanere e a lavorare sul suolo italico per la maggior parte come braccianti agricoli. Anche su questo punto ad averla vinta è stato quindi il governo, sostenuto in questo provvedimento solo dalla parte delle sinistre Pd, Italia Viva e Leu. Messe definitivamente a tacere le voci di dissenso, negli ultimi giorni sempre più flebili, degli esponenti grillini, ormai ridotti a semplici comparse nella compagine governativa.

A fronte di tutto ciò restano molti dubbi e notevoli perplessità, serpeggianti tra gli italiani e puntualmente espressi da molti analisti e commentatori. In primis, l’onnipresenza (ovvero il presenzialismo) di Giuseppe Conte sulle reti televisive resta una amara realtà facilmente constatabile; ciò che inizia a venire meno è il supporto incondizionato di molti giornali e media che, fino a pochi giorni addietro avevano dimostrato una sintonia con l’esecutivo quanto meno sospetta in un paese libero e democratico quale l’Italia può ancora fregiarsi di essere. In secondo luogo non si è mancato di sottolineare come, a fronte di un mercato dell’auto, settore trainante della nostra economia, che si dibatte in una crisi senza precedenti, il governo abbia pensato solamente a fornire piccoli incentivi per l’ambito dell’elettrico, privilegiando la mobilità ecologica emblematizzata da biciclette e monopattini. Insomma, saremo tutti più poveri ma potremo felicemente andare a spasso con il monopattino elettrico! Last but not least, è d’obbligo ricordare come questa enorme somma di miliardi messi a decreto che vale quanto mezza manovra economica  (secondo altri una manovra intera) sia stata effettuata totalmente in deficit: l’Italia dovrà pertanto restituire l’intera somma avuta a prestito, con i debiti interessi. Strano a dirsi ma l’UE, da cui siamo abituati a subire il pelo e il contropelo sugli zero virgola, questa volta resta a guardare e lascia fare. Ultimo punto riguarda il turismo, settore dal quale mezza Italia trae il proprio sostentamento; si sta facendo strada sui tavoli europei un accordo tra stati che prevede la ripresa della libera circolazione delle persone in vista del periodo elle vacanze estive. L’Italia, con ogni probabilità, da questo accordo sarà esclusa, con incalcolabili perdite per un comparto miliardario della nostra economia. 
Insomma, se questa è la potenza di fuoco che il nostro governo è in grado di mettere in campo… facciamo gli scongiuri affinché non scoppi una guerra!
Emanuele Grassini

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