Mafia nei Comuni del Sudmilano, Ginelli (Pd): «Forte preoccupazione, guardia alta e scelte decise»
Il coordinatore del Partito democratico zona Sud-Est Milano commenta le recenti dichiarazioni di Rosy Bindi, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, che ha chiamato in causa alcuni Comuni del territorio
23 gennaio 2017
«Attenzione alle Liste Civiche che nascondono il malaffare»
Continuano a far discutere le dichiarazioni di Rosy Bindi, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, che ha chiamato in causa alcuni Comuni del territorio per quanto concerne la presenza strisciante di malavita organizzata e il forte rischio di infiltrazioni mafiose. In particolare l’On. Bindi, facendo diretto riferimento ai Comuni del Sud-Est Milano, aveva chiamato in causa città come Melegnano, Tribiano e Corsico. «Il Partito Democratico – ha commentato a riguardo Gianfranco Ginelli, coordinatore del Pd zona Sud-Est Milano ed assessore a San Donato – apprende le parole del Presidente Bindi con forte preoccupazione. Non bastano le fiaccolate o le prese di posizione formali: la lotta per la legalità si fa con le scelte e si distrugge con l'opacità. Nella svendita di terreni e nell'urbanistica, negli appalti senza gara, nel mancato controllo del commercio e della filiera dei rifiuti, nella non tutela di chi denuncia, si annidano i rischi di una mafia senza coppola». In tal senso, secondo Ginelli il mondo dell'associazionismo e quello politico, il tessuto sociale nel suo insieme sono chiamati a tenere alta la guardia e denunciare, non semplicemente negare. «Come dice la Presidente Bindi – prosegue il coordinatore -, vigiliamo “in Lombardia e nel Sudmilano a partire dalle liste civiche nate negli ultimi mesi e nascenti come funghi senza controllo, gestite da poche persone e con il rischio di essere trasformate in veri e propri rappresentanti di poteri criminali”. E noi aggiungiamo che un conto sono le liste civiche frutto del lavoro radicato e costante nel territorio, fatte di persone per bene, che si confrontano in modo trasparente. Altro è il tentativo di nascondere il malaffare dietro sigle create ad hoc per particolari fini politici. Su questo raccogliamo il grido d’allarme della Presidente della Commissione Antimafia, teniamo alta la guardia e vigiliamo sapendo che sono le scelte che si compiono a qualificare la qualità della politica o creare eventuali dubbi».
Redazione Web
23 gennaio 2017