Patologie oncologiche: nell’anno della pandemia drastico calo della diagnosi precoce

Lo rivelano i dati degli Spazi Prevenzione della Lega Italiana alla Lotta contro i Tumori per il 2020. 2 milioni di screening oncologici in meno anche per il Sistema Sanitario Nazionale

La pandemia ha scoraggiato la buona abitudine di mettere in calendario visite ed esami di diagnosi precoce oncologica. Dai dati raccolti dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) di Milano e Monza Brianza è emerso che, a causa del lockdown, gli accessi negli Spazi Prevenzione LILT nel 2020 sono diminuiti di un quarto (24,98%) attestandosi intorno a 83.500 a fronte degli oltre 111mila dell’anno precedente. Un trend preoccupante che rivela un generale momento di impasse per la diagnosi precoce. Anche il Servizio Sanitario Nazionale registra 2 milioni di screening oncologici in meno (tra mancati inviti durante il lockdown e mancate adesioni dopo) nei primi nove mesi del 2020 rispetto all’anno precedente, secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Screening. «Attenzione che il Covid non diventi una scusa per procrastinare la diagnosi precoce – spiega Marco Alloisio, presidente di LILT Milano e Monza Brianza e primario di Chirurgia toracica di Humanitas -. Ricordiamoci che il tumore nel mondo miete più vittime del Coronavirus. Anche per il 2021 LILT ha un programma molto chiaro: garantire opportunità di diagnosi precoce in piena sicurezza, proseguire il lavoro di riqualificazione degli spazi, offrire percorsi di prevenzione completi e personalizzati».

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