Sesto San Giovanni , anche “la Stalingrado d’Italia” ha inaugurato la via dedicata al ricordo dei Martiri delle Foibe

Tarticchio: «Una via in tutti i comuni di Italia. Il tempo è ormai maturo»

La cerimonia dell'inaugurazione

La cerimonia dell'inaugurazione

L’iniziativa approvata dal Consiglio comunale nel  2013, fu  proposta dall’attuale Assessore Antonio Lamiranda (FDI) e fu votata anche dalla maggioranza PD. Alla cerimonia oltre il Sindaco  Roberto Di Stefano, e i membri della Giunta, era presente una delegazioni istriana capitanata dal professore Piero Tarticchio, esule che ebbe 7 parenti infoibati.

«Sono estremamente contento – dichiara il Presidente del Centro di Cultura Istriano Dalmata Piero Tarticchio - che sesto San Giovanni abbia dedicato una via ai Martiri delle Foibe. Il tempo è ormai maturo, certi tabù sono destinati a cadere sotto il peso della verità storica.
Chi ci sia oggi un posto dedicato ai nostri Martiri  estremamente positivo. Questa via situata al centro di un progetto di riqualificazione urbana delle vecchie fabbriche dismesse di Sesto San Giovanni sarà il crocevia futuro di una laboriosa area metropolitana, e il leggere il nome della via dedicata ai Martiri delle Foibe da parte delle future generazioni aiuterà a conoscere e ricordare ciò che noi ultimi testimoni depositari di una memoria vissuta ci prodighiamo a trasmettere in ogni nostro incontro pubblico. Mi auguro – ha concluso  lo scrittore e giornalista esule fiumano  Tarticchio – che su questa scia in tutti i comuni d’Italia sia istituita una via, una piazza o un parco dedicato ai Martiri delle Foibe e alla tragedia dell’esodo giuliano dalmata».
«Un atto doveroso -  ha spiegato l’Assessore Alessandra Magro - che completa, dopo la dedica di una via ad Anna Frank la serie di vie cittadine dedicate alla memoria di tragedie storiche. Alle vittime si deve rispetto, le ideologie politiche  su questo principio devono guardare avanti. Le vittime non hanno colore – conclude la giovane e determinata esponente della Lega Nord- . Basta polemiche».
Giulio Carnevale