Peschiera Borromeo, Paladino fa chiarezza sulla vicenda della scuola di Mezzate

Vincenzo Paladino, ex dirigente scolastico, torna sull'argomento inerente la situazione del plesso di Mezzate e il recente caos iscrizioni, facendo le dovute precisazioni

Il plesso di Mezzate

Il plesso di Mezzate

L'ex dirigente scolastico difende il proprio operato

Peschiera Borromeo, in merito all'articolo di 7giorni pubblicato sul numero 25 lo scorso 9 settembre a pagina 4 “Scuole, caos a Mezzate”, il già Dirigente dell’Istituto Rita Levi Montalcini, Vincenzo Paladino, ha espresso le proprie precisazioni e considerazioni: 

«Nell'articolo in questione la mamma di un bambino, L.P., sorteggiato per lo spostamento nel plesso di Monasterolo e trasferito subito dopo le operazioni di sorteggio, per volontà dei genitori, in altra scuola, mi accusa di aver "preso tempo fino al momento della pensione" per lavarmene le mani. Dissento energicamente da questa ricostruzione dei fatti che mi indigna profondamente, anche per la superficialità e la gratuità con cui l'accusa viene formulata, senza alcun tipo di riscontro oggettivo. La verità è che ho lavorato fino al mio ultimo giorno di servizio, com'era naturale che io facessi, per avere, da parte dell'ex Provveditorato agli Studi di Milano, l'autorizzazione a formare due classi prime nel plesso di Mezzate. Le mie richieste, supportate anche da articolate relazioni che descrivevano il 
contesto territoriale e scolastico di Mezzate, avevano prodotto il risultato sperato. Nei primi giorni di agosto infatti, l'ex Provveditorato agli studi di Milano comunicava, in forma scritta, l'autorizzazione a formare le due classi prime per i 31 bambini iscritti. Nel frattempo però alcuni dei 31 bambini, compreso L.P., avevano deciso di trasferirsi in altra scuola. Ho dato perciò disposizioni all'ufficio di segreteria dell'istituto perché contattassero telefonicamente i genitori dei bambini trasferiti e acquisissero verbalmente, dagli stessi, la disponibilità a rientrare a Mezzate. Tale operazione, propedeutica alla richiesta formale di nulla-osta da parte degli interessati, si rendeva necessaria per capire se tutti fossero disponibili a 
rientrare. L'ex provveditorato non avrebbe infatti mantenuto l'autorizzazione alla formazione di due classi per un numero di alunni inferiore a 31. Il sondaggio telefonico, condotto dalla segreteria dell'istituto, non ha però dato l'esito sperato: solo alcuni genitori hanno dichiarato la loro disponibilità a rientrare. A quel punto non ho potuto fare altro che prendere atto della situazione e comunicare, mio malgrado, all'ex provveditorato, in data 31 agosto 2015, che le condizioni iniziali (31 alunni) alla base dell'autorizzazione non esistevano più e che le due classi non si potevano formare. 
Ho dato infine disposizioni all'ufficio di segreteria dell'istituto perché informassero telefonicamente i genitori precedentemente contattati relativamente alle conclusioni cui si era giunti. 
Quanto sopra esposto, che trova riscontri oggettivi agli atti dell'istituto, per una corretta e doverosa ricostruzione della vicenda e del mio operato. 
Mi sia consentita infine una riflessione. La possibilità di manifestare liberamente il proprio pensiero, sancito dall'art. 21 della nostra Costituzione, rappresenta un diritto fondamentale e inviolabile. Ad ogni singolo cittadino, però, spetta il compito di non considerare tale libertà come libertà di diffamare o calunniare, perché diffamazione e calunnia sono reati e come tali possono essere perseguiti». 

1 commenti

Marco Rossini :
Lavoro nella scuola da 20 anni e la figlia di mio fratello ha subito la medesima esclusione a Mezzate. Secondo me se il Dirigente Scolastico non avesse allarmato i genitori ed atteso regolarmente la decisione del provveditorato a quest'ora ci sarebbero due classi a Mezzate. Non ho capito perché siano stati allarmati i genitori a Giugno… Avrà avuto i suoi motivi, di certo la gestione dell'intera faccenda qualche dubbio lo pone. | giovedì 17 settembre 2015 12:00 Rispondi