San Donato, nel giorno di San Francesco il Comitato No Stadio scrive al Pontefice, facendo propri i principi fondanti dell’enciclica Laudato Si’

Per l’occasione in città predisposti quattro banchetti firme a sostegno della petizione "No Stadio" indirizzata al sindaco Squeri, sono stati distribuiti alcuni passaggi dell’enciclica Laudato Si’ del Papa

Alcuni banchetti svolti a San Donato

Alcuni banchetti svolti a San Donato Foto dalla pagina Facebook del Comitato No Stadio

San Donato Milanese, 4 ottobre 2023 . In una nota stampa il “Comitato No Stadio a San Donato Milanese” ha spiegato come le commemorazioni di San Francesco,  assumano quest’anno un significato particolarmente importante a San Donato Milanese: «Celebrare San Francesco, la sua vita e i suoi insegnamenti si collega simbolicamente alla difesa dell’area cittadina che deve proprio il suo nome al patrono d’Italia; un’area oggi a rischio cementificazione per far posto a stadio del Milan, un grande centro commerciale e altre mega strutture di intrattenimento e svago, svincoli autostradali e migliaia di parcheggi. Ormai tutti parlano di sostenibilità ambientale e sociale e politiche green, ma il Sommo Pontefice sta da tempo esortando a passare dalla teoria e dalle generiche dichiarazioni di intenti alla pratica quotidiana, mettendo in atto nelle nostre vite e sui nostri territori comportamenti più responsabili e attenti alle generazioni future, rinunciando a un modello di sviluppo che continua a consumare suolo, la prima risorsa da preservare volutamente nominata nell’enciclica Laudato Si’».

Secondo Iris Balestri, una delle referenti del Comitato No Stadio a San Donato Milanese: «La Giornata di San Francesco è una grande occasione per parlare con la gente di difesa del suolo, cura del creato, modello di sviluppo più equo e sostenibile, partendo dai ricorrenti richiami del Papa. Ecco allora che i volontari del nostro comitato hanno pensato a uno sforzo straordinario per essere presenti in città oggi pomeriggio con 4 banchetti firme a sostegno della petizione No Stadio indirizzata al sindaco Squeri».

 «La vita di San Francesco e la via indicata da Papa Francesco sono per noi costanti fonti di ispirazione  - prosegue Giorgio Bianchini, responsabile locale del WWF ed altro referente del Comitato NO STADIO a San Donato Milanese – È banale e fuorviante dipingerci come cittadini mossi da ideologie e oscurantismo o succubi di qualche forza politica. Oggi abbiamo inviato una missiva a Papa Francesco perché ci sentiamo a lui vicini. Crediamo che il nostro futuro sia intimamente legato a nuovi modelli economici, in cui il profitto privato non possa non tenere conto del bene comune».

«Diciamo no al progetto del Milan perché abbiamo in mente qualcosa di più bello, giusto e funzionale per il nostro territorio e la nostra economia. Vogliamo puntare sulle nostre eccellenze, facendo conoscere al mondo Chiaravalle e il Cammino dei Monaci che la collega alle altre abbazie di Viboldone e Mirasole - conclude Annalisa Molgora, sempre a nome del comitato -. Difendere l’area San Francesco da un progetto pensato e disegnato oltreoceano significa per noi valorizzare il patrimonio culturale, storico, religioso e ambientale del Parco Sud e delle nostre abbazie».

«La prima occasione di discussione e sostegno alle proposte del comitato è stata una decina di giorni fa l’assemblea pubblica organizzata a Chiaravalle dove, di fronte a un ampio e interessato pubblico di cittadini di San Donato e del Municipio 5 di Milano, sono state fatte emergere preoccupazioni e negatività connesse al progetto stadio ed è stata lanciata la proposta di chiedere che il Cammino dei Monaci sia riconosciuto quale patrimonio UNESCO su cui investire, attrarre risorse e generare nuove opportunità di lavoro. Durante la Giornata di San Francesco il Comitato NO STADIO a San Donato Milanese ha distribuito ai banchetti alcuni passaggi dell’enciclica Laudato Si’ del Papa, tra cui questi particolarmente significativi e calzanti in considerazione delle scelte che dovranno essere assunte riguardo al futuro della nostra città:
-“All’origine di molte difficoltà del mondo attuale vi è anzitutto la tendenza ... della tecnologia e della scienza ... a condizionare ... la vita delle persone e il funzionamento della società. Gli effetti dell’applicazione di questo modello a tutta la realtà, umana e sociale, si constatano nel degrado dell’ambiente, ma questo è solo un segno del riduzionismo che colpisce la vita umana e la società in tutte le loro dimensioni. Occorre riconoscere che i prodotti della tecnica (come ad esempio le megastrutture) non sono neutri, perché creano una trama che finisce per condizionare gli stili di vita e orientano le possibilità sociali nella direzione degli interessi di determinati gruppi di potere. Certe scelte che sembrano puramente strumentali, in realtà sono scelte attinenti al tipo di vita sociale che si intende sviluppare.”
-“Nessuno vuole tornare all’epoca delle caverne, però è indispensabile rallentare la marcia per guardare la realtà in un altro modo, raccogliere gli sviluppi positivi e sostenibili, e al tempo stesso recuperare i valori e i grandi fini distrutti da una sfrenatezza megalomane”»,
conclude così il comunicato degli ambientalisti.