Refezione scolastica: da Regione Lombardia via libera al pasto portato da casa

Approvata la mozione del Movimento 5 Stelle dopo il caso scoppiato a Corsico, dove il sindaco ha escluso dal servizio mensa gli alunni di genitori morosi

Documento approvato con 48 sì, 21 no e 2 astenuti

Regione Lombardia apre alla “schiscetta” a scuola, cioè all’opportunità per i bambini di consumare il pasto portato da casa. Martedì 12 gennaio, infatti, il Pirellone ha approvato la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle, che invita la Giunta a sollecitare gli organi istituzionali competenti per "dare la possibilità alle famiglie degli studenti di scegliere se usufruire del servizio mensa oppure permettere di portare il pasto da casa”. Tutto ciò “fornendo le linee guida per una corretta alimentazione e facendone quindi un momento di reale educazione alimentare anche per le famiglie". Il documento è stato approvato con 48 voti a favore (maggioranza e M5S), 21 contrari (PD e Patto Civico) e 2 astenuti (Fratelli d’Italia). La questione è approdata tra i banchi del Consiglio regionale a seguito di quanto avvenuto nelle scorse settimane a Corsico, Comune dell’hinterland milanese, dove il sindaco aveva escluso dalle mense delle scuole cittadine 486 bambini appartenenti a famiglie che non pagano da anni la retta, denunciando un mancato introito per le casse comunali pari a 1mln e 227mila euro. È stata invece bocciata una mozione presentata dall’opposizione (Pd e Patto Civico) che, proprio partendo dal caso di Corsico, sollecitava la Giunta a trovare soluzioni condivise con i Comuni alle situazioni di morosità, onde evitare che i bambini siano oggetto di atti discriminatori. «Molti Comuni lombardi – ha sottolineato il Consigliere del M5S Paola Macchi, prima firmataria della mozione -, non solo Corsico, hanno accumulato debiti per i mancati pagamenti per il servizio di refezione scolastica in Lombardia a causa dei costi insostenibili per molte famiglie. L’idea di agire perché gli studenti possano scegliere se portare il pasto da casa o usufruire della mensa, oltre che accettabile e concreta, risulta di gran lunga più economica e inoltre nessun bambino rischierebbe più di rimanere a digiuno quando il menù proposto dalla mensa scolastica non è gradito. Nella maggior parte degli altri paesi europei questa è la normalità, vissuta con serenità da famiglie e studenti che si vedono riconosciuto il principio della sovranità alimentare personale». Parole di disapprovazione giungono invece dalla minoranza, che ha visto in quest’atto il disconoscimento del servizio di refezione scolastica come momento di crescita educativa.
Alessandro Garlaschi