Trenord, i pendolari alzano la voce: sicurezza, treni soppressi e degrado tra le principali emergenze del Sud Milano e Lodigiano
Il Comitato Viaggiatori e Pendolari del sud-Milano e Lodigiano, denuncia l’immobilismo delle istituzioni: «Servono risposte concrete su sicurezza, decoro e trasporti»

Passeggiate pericolose sui binari, sottopassi invasi dalla vegetazione, bivacchi notturni a pochi metri dalla stazione, cancellazioni quotidiane dei treni del mattino, infrastrutture promesse da vent’anni e ancora inesistenti. È un fiume in piena quello che arriva dalle lettere e segnalazioni del Comitato Viaggiatori e Pendolari del Sud Milano e Lodigiano, che da settimane continua a inviare appelli e dossier ai sindaci del territorio, alla Regione Lombardia, alle Prefetture di Lodi e Milano, fino ai vertici di RFI e Trenord. A oggi, però, l’unica cosa a viaggiare puntuale sembra essere il silenzio delle istituzioni.
Tra degrado e pericoli: la denuncia sullo stato delle stazioni
Il quadro che emerge dalle ultime segnalazioni è allarmante. A San Giuliano Milanese, la zona attorno alla stazione ferroviaria è teatro di bivacchi notturni presso il campo da calcetto e l’area cani, in un’area completamente priva di videosorveglianza e illuminazione. I cestini sono colmi di rifiuti, le tracce evidenti di presenze notturne. «Basta scendere dal treno dopo le 21 per rendersi conto della situazione», scrivono i pendolari. Intanto, il sottopasso di via Emilia è diventato quasi impraticabile a causa della mancata potatura degli arbusti laterali.
Ma ciò che preoccupa di più è l’aumento dei casi di attraversamento dei binari da parte di persone, spesso provenienti da strutture di accoglienza situate nella zona industriale, con il rischio continuo di incidenti e investimenti. La tratta ferroviaria tra San Zenone e Cerro al Lambro è stata perfino oggetto di un servizio d’inchiesta di “Striscia la Notizia”, che ha documentato episodi di spaccio e degrado in mezzo ai binari.
Un treno ogni tre cancellato: le soppressioni quotidiane mettono in ginocchio pendolari e studenti
A questa situazione di insicurezza si aggiungono i disservizi cronici. Il treno regionale 10894 da Codogno viene cancellato, secondo il Comitato, «un giorno su tre». Il 24118, diretto a Greco Pirelli, viene regolarmente limitato a Milano Rogoredo, lasciando a terra centinaia di utenti. E quando passa il treno sostitutivo, la situazione non migliora: «A San Zenone ci è stato detto: “Non apriamo le porte, il treno è già troppo pieno”», raccontano i pendolari.
Il problema si aggrava nelle prime ore del mattino, con ritardi inspiegabili e cancellazioni ricorrenti: «Chiediamo da mesi perché i primi treni del giorno vengano soppressi o partano in ritardo. La motivazione “guasto generico” non basta più». Una mancanza di trasparenza inaccettabile per un servizio pubblico, sostengono i firmatari, che dovrebbe essere efficiente e attrattivo, soprattutto in una Regione densamente popolata e già sotto sanzione dell’Unione Europea per l’inquinamento atmosferico.

Le richieste del Comitato: più treni, sicurezza e infrastrutture promesse da anni
Il Comitato rilancia con forza sei richieste precise che, se attuate, migliorerebbero in modo significativo il servizio ferroviario nel sud Milano e Lodigiano: il quadruplicamento della tratta tra Lodi e Tavazzano, ora oggetto del Tavolo Tecnico di Ascolto; l’attivazione della fermata “San Giuliano Tolstoj”, attesa da quasi 20 anni; l’inserimento, ancora possibile, della fermata “Sesto Ulteriano-Civesio-Poasco” sulla linea S13; l’attivazione della nuova linea S12 fuori dal Passante ferroviario, già proposta dal Comitato senza necessità di spese aggiuntive; la realizzazione di un presidio efficace della linea, con recinzioni complete e sistemi di videosorveglianza tra Rogoredo e Tavazzano; e infine l’introduzione di un report mensile di controllo qualità, da trasmettere alle Province, per monitorare in modo trasparente i disservizi e l’efficacia del servizio offerto.

L’appello agli amministratori: «Fate rete e portate la nostra voce in Regione»
Il tono del Comitato è accorato ma determinato: «Chiediamo ai sindaci, agli assessori e ai consiglieri comunali di votare mozioni urgenti e aprire un tavolo intercomunale, coinvolgendo anche le Province di Lodi e Milano, e perché no anche Cremona, Mantova e Piacenza». Secondo i pendolari, solo un’azione politica coordinata e incisiva potrà costringere Regione Lombardia a investire realmente sul trasporto ferroviario del Sud Milano, come già fatto per altre aree, come la Valtellina, dove sono stati destinati 312 milioni di euro.
Un’emergenza ignorata troppo a lungo
«Il Sud Milano e il Lodigiano non sono un ramo secondario della rete ferroviaria italiana – conclude il Comitato – ma parte della direttrice Milano-Bologna. Qui si muovono ogni giorno decine di migliaia di persone, lavoratori e studenti, che non possono più accettare ritardi, cancellazioni e disservizi. Le nostre richieste sono chiare, concrete e sostenibili. Ora tocca alla politica fare la propria parte».