Mediglia, mamma denuncia l'insegnante di sostegno per presunti maltrattamenti

La scuola: «Non lavora più qui. Di fronte a certe cose non si scherza. Chi ha sbagliato pagherà»

La scuola secondaria di primo grado

La scuola secondaria di primo grado "A. Manzoni" di Mombretto di Mediglia (foto G.Carnevale)

Mediglia, i casi riguardanti minori sono sempre molto delicati da trattare. Un fatto recente riguarda proprio una giovane studentessa della scuola secondaria di primo grado, nel plesso Manzoni di Mombretto di Mediglia. Alla ragazza sono stati diagnosticati (tra la prima e la seconda elementare) alcuni disturbi come la dislessia. Lunedì scorso,  la famiglia ha salutato con favore la nomina della nuova  supplente,  la loro figlia avrebbe beenficiato del sostegno necessario nelle attività didattiche. Poi mercoledì 12 ottobre accade qualcosa.

La bambina è tornata a casa scossa, raccontando di essere stata presa a schiaffi, proprio dall’insegnante di sostegno. «Ero senza parole – racconta la madre – in alcune occasioni ho  avuto l’impressione che alcuni  insegnanti si approciassero in modo superficiale, al disturbo di mia figlia, ma spesso ho soprasseduto cercando di far valere la ragione, questo episodio però è andato sopra le righe. Mi ha spiegato –mia figlia ndr – che durante la lezione di scienze ha chiesto più volte una delucidazione sull’argomento all’insegnante di sostegno. Quest’ultima ha reagito all’insistenza schiaffeggiandola davanti a tutti. Era presente anche l’insegnante (di ruolo) di scienze – continua - che però ha ignorato e poi negato l’accaduto. Ho chiesto così ai genitori degli alunni presenti in classe il permesso di chiedergli la loro testimonianza, ovvero se gli schiaffi ci fossero stati realmente o meno. Quando i compagni hanno confermato il racconto di mia figlia ho subitamente contattato il dirigente del plesso scolastico, e ho denunciato l’insegnante di sostegno, perché non voglio che venga riassegnata in altri istituti a causa dei suoi atteggiamenti veementi. È una grave questione - conclude - che non può essere lasciata cadere nel dimenticatoio».

La scuola fin dal giorno seguente i fatti aveva già provveduto ad allontanare l'insegnate dall'Istituto, la quale aveva preso servizio solamente tre giorni prima.

Ma i motivi seppur gravi del presunto maltrattamento c'entrano poco. Nonostante fosse in graduatoria presentando i requisiti necessari, si è scoperto che la sua assunzione non era compatibile, e la comuncazione di questo fatto all'insegnate era stata inviatale proprio nello stesso giorno a cui risalirebbe lo schiaffeggiamento.
«L'insegnate oggetto della denuncia – spiega la Dott.ssa Laura Lucia Corradini dirigente scolastico del plesso di Mediglia – non aveva diritto alla supplenza. Infatti essendo già assistente amministrativa in un altro plesso, non poteva accettare la supplenza temporanea. Si è così verificato uno “stato di incompatibilità”, di conseguenza è decaduto il suo contratto. Ricevuta altresì la notizia della denuncia e la chiamata della mamma (che ho subito rassicurato, assicurandole che avrei prontamente verificato i fatti descritti), ho colto ovviamente l’occasione della convocazione pregressa – continua la Preside - per chiedere alla ormai ex supplente cosa fosse accaduto in classe. Ha parlato di semplici coppini, buffetti per incentivare la giovane che stava svolgendo bene il suo lavoro. Inoltre l’insegnante di ruolo presente non si è accorto di nulla, e molti compagni avrebbero confermato che non si sarebbe trattato di  veri e propri“schiaffi”.  Non che questo renda meno grave l'accaduto. Ora andrà fatta chiarezza. La scuola farà la sua parte, per tutelare gli alunni e le famiglie metterà in atto tutto quello che le norme consentono di attuare . Ovviamente chi sara tenuto responsabile dovrà pagare, ci sono delle regole da rispettare, e di fronte a certe cose non si scherza. Noi  - conclude - siamo i primi a voler scoprire la verità, e a procedere come la legge prevede».

La denuncia è stata depositata il 13 ottobre presso la Tenenza dei Carabinieri di San Giuliano Milanese, La donna denunciata, fino a prova contraria è da considerarsi innocente, così come non può essere considerata pregiudizievolmente “falsa” la dichiarazione della minore che avrebbe subito i maltrattamenti. La madre intanto rinnova l’appello alle forze dell’ordine di indagare a fondo per far luce sulla questione: «Per i suoi disturbi mia figlia subisce umiliazioni da sempre, anche i suoi diritti contano, la sua voce non può essere ignorata come tante altre volte».

Stefania Accosa