ASST Melegnano Martesana, i sindacati denunciano l’emergenza sanitaria: «Un territorio in balia di sé stesso»

I sindacati chiedono l’azzeramento dei dirigenti locali e la riscrittura di una legge che dia centralità al territorio. Ritengono insostenibile questa situazione e minacciano azioni concrete di lotta per salvaguardare la qualità del servizio e il benessere dei lavoratori

Hotspot Covid di San Giuliano Milanese

Hotspot Covid di San Giuliano Milanese Foto da pagina Facebool ASSt Melegnano Martesana

Melegnano, 14 gennaio 2020. I sindacati confederali e di base con una lettera ai lavoratori e ai massimi responsabili sanitari lombardi e della zona di riferimento, l’ASST Melegnano Martesana, a sud est di Milano, denunciano "l’emergenza sanitaria, l’arroganza e l’incapacità dei vertici aziendali".
«Siamo in una situazione difficile e drammatica - scrivono i rappresentanti dei lavoratori nella lettera-, acuita dalla pandemia da Coronavirus 19, già peraltro denunciata più volte dai lavoratori ai vertici della politica e della direzione aziendale, senza essere ascoltati. Si resta allibiti di fronte alla crisi che attanaglia una delle più ricche ed una volta più efficienti regioni italiane, la Lombardia, frutto di una politica rivelatasi sbagliata e controproducente, che ha scelto di depotenziare i servizi territoriali e di valorizzare i servizi privati. Questa crisi ormai strutturale si è dimostrata nei ritardi mostruosi nella vaccinazione, nel numero più alto di contagiati e di morti per la pandemia, evidenziati nelle zone di più forte contagio, con la incapacità dei responsabili regionali e a scendere fino ai dirigenti locali delle ASST di intervenire tempestivamente palleggiandosi le responsabilità con il governo. Prova ne sia la crisi politica, culminata con la defenestrazione dell’assessore Gallera e del coinvolgimento al suo posto dell’ex sindaca di Milano Letizia Moratti».
Se è questo il quadro politico generale regionale, i sindacati scendono nel concreto dell’attività amministrativa per denunciare nel dettaglio inadempienze e incapacità gestionali e discriminatorie, di non rispetto del contratto nazionale, di riduzione dei diritti dei lavoratori e di ricorso inspiegabile agli appalti esterni senza verificare per i lavoratori coinvolti l’applicazione dei contratti nazionali. I sindacati chiedono l’azzeramento dei dirigenti locali e la riscrittura di una legge che dia centralità al territorio. Ritengono insostenibile questa situazione e minacciano azioni concrete di lotta per salvaguardare la qualità del servizio e il benessere dei lavoratori. La rappresentanza sindacale interna e le organizzazioni sindacali denunciato le tante criticità manifestatesi in questo periodo, che vengono però da lontano: «L’impreparazione e la confusione nella fase iniziale della pandemia, la disorganizzazione nella gestione del personale sanitario del comparto, la mancanza di una minima progettualità per il futuro, le selvagge riorganizzazioni e chiusure dei servizi aziendali in contrasto con gli impegni assunti. Le conseguenze si vedono: un territorio in balia di sé stesso con una medicina territoriale ormai inesistente, che continua a pagare il prezzo più alto di una gestione dirigenziale inesperta e di una politica di indebolimento del Servizio Sanitario Pubblico».
È necessario quindi – aggiungono - che si crei un nuovo organismo che sostituisca «le figure che in tutti questi anni hanno fatto scempio della sanità e messo in evidenza la loro inettitudine, designati solo per appartenenza politica e non per competenza»
Paolo Rausa