Il commercio fa parte dell’identità cittadina

Innanzitutto il grosso problema del traffico mette in luce la fine dello spazio libero per pianificare le due opere fondamentali al commercio melegnanese: la prima, un percorso stradale che porti in città dai piccoli comuni circostanti, con un sistema di ingresso agevole che non scoraggi il consumatore dal salire in macchina. La seconda, una rete di posteggi per consentire di avvicinarsi a piedi al centro e alla grande attrattiva commerciale di Melegnano: il doppio mercato cittadino. 138 posteggi il giovedi e 146 banchi la domenica, per una cinquantina di esercizi alimentari e una novantina d’altro genere, più 2 esercizi agricoli. Sono i dati che offre Antonio Pisacane, segretario dell’Associazione Territoriale Commercianti e Artigiani, l’unione di sindacato e impresa che raduna quasi 600 iscritti nel Sud Est Milano sotto la bandiera della buona qualità, e che dà assistenza contrattuale, credito e tenuta di libri paga a 350 esercizi melegnanesi di vicinato – tra i quali i negozi che vendono beni di servizio e di lusso sono 203, quattro volte il numero dei negozi di alimentari. Ecco le cifre che l’opulenza mercantile di Melegnano propaga nel tempo a partire una tradizione storica quanto i giovedi di 500 e più anni fa, giorno settimanale della compravendita su questo tratto di Lambro, attraverso le alterne fasi di sviluppo e di stagnazione dell’economia di capitale. Giovanni Ghianda, vice presidente dell’Associazione e macellaio in via Veneto, spiega assieme a Pisacane come il commerciante sia stato il primo anello economico ad avvertire la crisi, e come prevedibilmente sarà l’ultimo a respirarne la ripresa. Si illustrano le conseguenze di uno scenario economico dove, all’aumento delle spese fisse, il cliente ha perduto potere d’acquisto: sul clima del commercio influisce prevalentemente il mutato atteggiamento psicologico del consumatore, fatto soprattutto di timore a spendere troppo. Venire incontro al cliente con agevolazioni, allora, mantenendo d’altra parte la forza economica del commercio di buona qualità, sostiene l’Associazione. E, in uno scenario dove il consumatore tende a risparmiare, il commerciante è a sua volta disposto a tirare la cinta? La prima risposta è: sì, se sono disposti anche i livelli alti. Vale a dire gli istituti di credito. In una parola: sì, se le banche sono aperte a politiche di credito al consumo. La seconda è una correzione: il negoziante è, semmai, costretto a tirare la cinta. E attenzione: questa non è soltanto una risposta politicamente e sindacalmente corretta. Lo dichiara la storia di un altro negoziante di via Veneto. Il dottor Fayek Elayek, egiziano, è in Italia dal 1989. Una laurea in diritto, vent’anni di lavoro e di attenzione per tenersi in regola, dal 2004 possiede l’alimentari internazionale all’ingresso di Melegnano, un magazzino di distribuzione ad ampio raggio in zona Lambro e un’attività di produzione che rifornisce anche i kebab in città. La moglie, laureata a sua volta nel 1996 con un titolo di paramedico, mostra le vivande sugli scaffali. Inscatolati egiziani, fave soprattutto, e peperoncino; cibo secco, salse e sottaceti. Marche dal Marocco, Tunisia, Turchia. Hanno anche clientela italiana; e non solo tra chi è stato turista in Oriente. Fayek Elayek insiste a presentare la sua attività come frutto di sacrifici. Oggi risente molto della crisi. I clienti sono scesi negli acquisti fino al 30% in meno; ma le tasse non scendono. Fatto che diventa più che critico per i commercianti di origine orientale: come dire, se la crisi può indurli a fare sconti, a loro volta in fatto di controlli non ricevono sconti di nessun tipo. Ma questo non è che un articolo nella sequenza di durezze che la nuova generazione di negozianti melegnanesi, gli extraeuropei, trova sul percorso rispetto ai colleghi italiani per mantenere una piccola impresa. Anche i negozianti in centro confermano la difficoltà che la recessione impone all’immagine di Melegnano. È Gigi Zambelli, ottico in via Roma, a presentare un quadro puntuale; dove il realismo offre spazio sia per tratteggiare una figura più specifica del commerciante melegnanese, sia per chiarirne le prospettive. «Siamo in un momento di sopravvivenza», dice. Questa fase, in cui i clienti stanno rinviando gli acquisti, richiede al commerciante di rispondere pazientando con il consumatore. E questo è possibile grazie ad appositi accordi con le aziende, che fissano politiche di vendita a prezzi accessibili; con operazioni che agiscono a monte del processo di compravendita, piuttosto che con sconti. Resta aperto il problema dell’affitto dei locali, che a Melegnano scottano, e la questione dei parcheggi. Il Comune rende disponibili nuovi posteggi, ma al limitare della città: saranno di incentivo a superare le lungaggini del viaggio nel traffico? Sembra proprio che avrà la crisi l’ultima parola.