Tamini: al via dal 20 marzo i trasferimenti degli uffici amministrativi a Legnano

Nell’ultimo incontro in Assolombarda nessun passo indietro da parte della dirigenza. Intanto ancora non ci sono certezze riguardo la riapertura dello stabilimento produttivo al termine della bonifica

Uilm Milano: «Manca ancora il piano industriale»

Il destino dei lavoratori del comparto amministrativo di Tamini a Melegnano sembra ormai definitivamente segnato. Si è risolta infatti con un’ennesima fumata nera l’incontro nella sede di Assolombarda tenutosi nei giorni scorsi tra le rappresentanze sindacali ed i vertici aziendali. Questi ultimi si sono impegnati a mettere a disposizione mezzi di trasporto aziendali per raggiungere la nuova sede con i primi spostamenti già dal 20 marzo, per arrivare al trasloco definitivo entro i primi giorni di aprile. Per il momento nessuna buona notizia neppure riguardo il futuro del polo produttivo, attualmente chiuso per consentire i lavori di bonifica. Nessuna garanzia ufficiale circa la riapertura è stata infatti prospettata dalla dirigenza, anche se quest’ultima si è impegnata a presentare il piano industriale in sede ministeriale, senza però specificare un termine temporale. «La dirigenza non ha voluto trovare un punto di incontro – ha commentato il segretario generale Uilm Milano, Vittorio Sarti -. Come sigle sindacali fin dall’inizio ci siamo resi disponibili ad una eventuale trattativa solamente dopo la presentazione del piano industriale, che la proprietà avrebbe dovuto presentare entro il mese di gennaio secondo quanto stabilito al Ministero dello sviluppo economico, con impegni precisi per la riapertura dell’area produttiva di Melegnano. Tutto ciò non è accaduto». Sarti aggiunge poi che «Senza nessuna apertura, i vertici Tamini hanno perseguito i propri intenti, non valutando i disagi a cui saranno sottoposti i dipendenti degli uffici. La distanza dal luogo di lavoro, oltre 50 chilometri dall’attuale collocazione, renderà praticamente impossibile la conciliazione dei tempi famiglia-lavoro. È una scelta incomprensibile, soprattutto considerando il fatto che c’è una palazzina di proprietà aziendale a Melegnano che avrebbe potuto ospitare i dipendenti». Da qui l’amaro epilogo prospettato dal segretario Uilm: «Temiamo che il trasloco costringa molti impiegati a rinunciare al proprio posto di lavoro a causa della lontananza della nuova sede».
Redazione Web