Tangenziale Est Esterna, Melegnano accende il coro dei No-Tem

Podestà svela ritardi nel finanziamento dei lavori. Un gruppo di manifestanti lo contesta con grida e striscioni

La verità è che non sono arrivati i soldi. L’arco Tem, il controverso intervento autostradale che promette di dare respiro alla circolazione commerciale e al traffico pesante dell’Est milanese, dovrà aspettare ancora mesi prima dell’arrivo, da parte di un istituto bancario, del decisivo finanziamento-ponte che aprirà effettivamente i lavori. Ha dovuto annunciarlo la sera del 26 marzo presso il Castello di Melegnano il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, davanti a 130 cittadini venuti dal Sud Est milanese per ascoltare la conferenza sull'argomento Tem, un’opportunità per risolvere il problema del traffico nell’area melegnanese. Presenti gli alti papaveri del Pdl locale (Bruno Dapei, presidente del consiglio provinciale di Milano, Fabio Altitonante, assessore provinciale alla pianificazione territoriale, Giovanni De Nicola, assessore provinciale alla mobilità) e i vertici di Tangenziale Esterna Spa, Fabio Terragni e Luciano Minotti.
Organizza e introduce Vito Bellomo, sindaco uscente di Melegnano nonché membro del Collegio di Vigilanza sulla realizzazione delle opere. «Melegnano è un attrattore, una città di servizi – ha esordito –. In un territorio di soli 4,7 kmq è attraversata dall’Autostrada del Sole, dalle tangenziali Est e Ovest, da Cerca, Binasca, Emilia e, per non farsi mancare niente, da due tracciati ferroviari. L’arrivo della Tem porterà opere di compensazione ambientale, percorsi ciclo-pedonali e il percorso dei Giganti, di 2,7 km. Ma c’è una condizione: che l’opera di collegamento Cerca-Binasca parta al più presto», conclude, tetragono sostenitore della presa in carico da parte della società TE Spa del decennale progetto che intende disciplinare il traffico melegnanese.
Per bocca di Podestà si annuncia il senso politico dell’opera Tem. «Non realizzarla significa marginalizzarci». Contestatissimo da parte di un gruppo di manifestanti No-Tem – che hanno rubato la scena, salutando ironicamente il suo ingresso con striscioni e grida («Complimenti, 26 milioni»), per poi defilarsi all’uscita e sostare al cancello assieme a esponenti della sinistra melegnanese –, Podestà non ha troppo concesso alle critiche, illustrando i vantaggi di un sistema «che non costerà una lira di denaro pubblico. La Provincia di Milano – ha proclamato – è trainante nella produzione di quel 20% di Pil nazionale creato in Lombardia. Siamo la locomotiva. Ci siamo però conurbati senza tenere conto delle infrastrutture, con un sovrapporsi di funzioni che genera aumento di costi, minore efficienza e un’emissione di gas sempre più gravosa. Abbiamo il dovere di rendere più competitivo il territorio. Credo che si debbano evitare situazioni come quella in Val di Susa per la Tav, o ci troveremmo, a procedure terminate, fuori da qualunque irrorazione. Pacta servanda: bisogna avere rispetto per la volontà generale», chiude Podestà. La citazione di Rousseau non scioglie però le perplessità: se i cittadini del Sud Est milanese aspettano metropolitana e mezzi pubblici, perché la Provincia propone asfalto? Ribadiscono però il concetto di autostrada Bruno Dapei («Non c’è realistica possibilità di realizzarli: nessun privato investirebbe in metropolitana») e Giovanni De Nicola, che annuncia il pagamento di 56 milioni per il compimento della Paullese.

Marco Maccari