Milano, il pm Musso è stato minacciato dalla ‘ndrangheta

Il magistrato che si sta occupando di alcuni processi contro i trafficanti di droga, ha ricevuto una lettera minatoria dove si accenna a una possibile aggressione con l’acido

Milano, il sostituto procuratore Marcello Musso, recentemente è stato protagonista della sentenza che ha condannato Alexander Boettcher a seguito delle aggressioni con l’acido, ma pochi sanno che si sta occupando anche di altri importanti processi. Per la precisione sta seguendo da mesi alcuni processi inerenti al traffico di droga legati alla ‘ndrangheta, inchieste che hanno portato il pm Musso ad esporsi notevolmente. 
Dopo essere stato pedinato, ha ricevuto nella propria casella postale una lettera minatoria caratterizzata da molti errori grammaticali e da un’affermazione: «acido c’è anche per te», che ovviamente ha fatto scattare l’allarme. Dopo aver rinvenuto la busta nella buca delle lettere del proprio condominio, con in allegato un’intervista dello stesso magistrato, Marcello Musso ha subito contattato la Procura Generale e il Comando dei Carabinieri, che lo hanno posto sotto sorveglianza. Già in passato gli venne assegnata una scorta, a causa di alcune sue indagini svolte nella sezione antimafia. Nella lettera è stato fatto riferimento sia alla sentenza Boettcher, sia alla criminalità organizzata, alla quale è collegato il traffico di droga (cocaina), che rientra ad esempio nel processo Pavone, in corso in primo grado a Milano. Nella lettera si accenna al trafficante “Gianco” Castriotta, latitante da sei anni, e che proprio Musso ha condannato a 23 anni in un’indagine precedente, ma che si trova al centro anche del processo Pavone. Ma il magistrato non ha paura, così nel corso dell’udienza presso il Tribunale di Milano ha ribadito: «Io qui rappresento lo Stato, e il dovere dello Stato di assicurare alla giustizia un latitante».