Una fiaba delicata, vivace e spiritosa

Un giovane e spregiudicato fannullone, un fantasma meraviglioso e un castello abbandonato: questi sono solo alcuni degli elementi che compongono “Scherzi del Destino”, della pittrice e scrittrice Silvia Dotti.

Un giovane e spregiudicato fannullone, un fantasma meraviglioso e un castello abbandonato: questi sono solo alcuni degli elementi che compongono “Scherzi del Destino”, della pittrice e scrittrice Silvia Dotti.

L’autrice, nata 32 anni fa e residente a Paullo, ha creato una fiaba delicata, ma anche vivace e spiritosa, che parla di una storia d’amore dal sapore antico e di avventure da sogno, arricchendola con illustrazioni di sua mano. Nel 2008, il volume si è aggiudicato il secondo premio al concorso letterario “Piccole piume e giovani penne” ed è stato recentemente pubblicato da Badiglione Editore. Per conoscere meglio Silvia Dotti, le abbiamo rivolto qualche domanda.

Qual è stata la fonte di ispirazione per raccontare la fiaba contenuta in “Scherzi del destino” ?

Nel 2005 sono stata in Danimarca, patria del mio autore preferito, H.C. Andersen. Sono stata nella sua città natale, Odense, ho visitato la sua casa e ho visto molti posti legati a lui. Poi, un giorno, abbiamo deciso di visitare il famoso castello di Egeskov, che ha ispirato il castello del mio libro. Come in tutti i castelli che si rispettino c'è una storia un po' inquietante legata a esso. Verso la fine del 16° secolo la giovane Rigborg, figlia del proprietario, si innamorò perdutamente di un giovane, tale Frederik Rosenkrantz, e rimase incinta. Suo padre, scopertolo, la rinchiuse nella sua stanza dove rimase in isolamento per 5 anni. È questa donna che ha ispirato il personaggio di Kristiina, prigioniera anch'essa del castello.

C’è un particolare messaggio che ha voluto comunicare con il suo libro?

Ho semplicemente voluto dire che ognuno ha il suo destino, che non è inteso come il fato a cui nessuno di noi si può sottrarre. Il destino è inteso come il fine ultimo della vita di ognuno. Ognuno di noi è chiamato a compiere il proprio destino e la libertà dell'uomo sta proprio nella scelta consapevole di andare fino in fondo per realizzare ciò per cui siamo stati creati. Ogni personaggio nel libro ha una sua funzione ai fini della storia, ogni personaggio è stato "creato" per qualcosa. Il destino di Johann, per esempio, è quello di salvare Kristiina, ma è solo lui che può decidere se salvarla o no. E un uomo è libero solo quando con tutte le sue forze accetta il suo destino e lotta per realizzare se stesso e il suo scopo nella vita.

Alessandro Garlaschi