Due colpi di coltello sul corpo della rivale in amore, così Vittoria Orlandi ha ucciso la moglie dell'ex amante. Lo ha fatto ad occhi chiusi, poi è fuggita

“Ho cominciato a colpirla ad occhi chiusi".? E' iniziata così la confessione di Vittoria Orlandi, la giovane dottoressa che ha ucciso a coltellate la rivale in amore. La ventottenne è stata interrogata per tutta la notte dal pm Maria Vulpio e ora si trova in stato di fermo per l'omicidio volontario di Patrizia Reguzelli, la moglie 58enne del suo amante. ??Per Per il momento, è stata accantonata l'aggravante della premeditazione, ma l'accusa potrebbe cambiare nelle prossime con la conclusione delle perizie legali.

Per il momento, è stata accantonata l'aggravante della premeditazione, ma l'accusa potrebbe cambiare, nelle prossime ore, con la conclusione delle perizie legali. La donna prima ha raccontato tutta la relazione con il medico di base, conosciuto durante un tirocinio post laurea nel suo studio nel gennaio 2010. Poi ha ripercorso minuto per minuto tutta la giornata di ieri, da quando è uscita di casa per andare al San Raffaele, dove si stava specializzando in neurochirurgia, a quando è stata contattata dai Carabinieri, che poi l'hanno fermata per omicidio.

Il 28 ottobre, infatti, Orlandi aveva telefonato alla 58enne, chiedendole un incontro, che è avvenuto ieri. Orlandi in mattinata va in ospedale. Poi intorno alle 9 raggiunge piazzale Loreto, dove ha appuntamento con la moglie del suo amante. Da qui le due donne, ognuna con la sua macchina, si spostano verso Pioltello per poi fermarsi in un parcheggio in via Lago Malaspina. Reguzelli scende dalla propria macchina e sale su quella della 28enne, che comincia a raccontarle i dettagli intimi della relazione con suo marito. La 58nne le chiede di fermarsi, l'afferra per le braccia. Poi scende dalla macchina e rimane in piedi accanto alla portiera anteriore destra. Orlandi scende a sua volta e la raggiunge sul lato del passeggero. La lite prosegue finché, sostiene la 28enne, viene strattonata e cade dentro l'auto, che ha la portiera ancora aperta. È in questo momento, racconterà, che si ricorda del coltello lasciato nel cassetto del cruscotto.Si tratta di un coltello da cucina lungo 19,5 centimetri, che a suo dire si è portata da casa per difendersi.

Lo impugna con la mano destra e per allontanare la rivale, dirà al pm, comincia a sferrare fendenti a occhi chiusi. Quando li riapre, si accorge di averla ferita alla guancia destra. Poi però si solleva da terra e, vendendo ancora la donna di fronte a lei, la colpisce un'ultima volta, alla gola, da sinistra a destra. Reguzelli cade sull'asfalto. Orlandi si rende conto che non si lamenta, non si muove. Allora getta il coltello in macchina. Poi decide di spostare di qualche metro il cadavere, per evitare che qualcuno lo veda. Quindi, tutta sporca di sangue, sale sulla sua Volvo e si allontana, gettando il coltello in un cassonetto a Vimodrone. Non può tornare al lavoro, ma va lo stesso al San Raffaele, per cambiarsi. Poi scrive un sms al suo amante: «Ho fatto qualcosa di grave». Lo chiama. Infine incontra Marzio Brigatti in un supermercato e gli confessa l'omicidio della moglie. Nel frattempo i Carabinieri, trovato e identificato il corpo della vittima, telefonano all'uomo, che invita Orlandi a tornare a casa propria per cambiarsi. La donna si presenterà poi in caserma con segni di colluttazione sul corpo.

Adele Meltemi