Chiesta l’archiviazione per il gioielliere di Rodano che sparò e uccise un rapinatore

Lo scorso 24 novembre Rodolfo Corazzo sparò ad un malvivente albanese che, con due complici, si era introdotto nella sua villa, minacciando la famiglia. Per il pm è stata legittima difesa

Rodolfo Corazzo (a sx) insieme al suo avvocato

Rodolfo Corazzo (a sx) insieme al suo avvocato

Corazzo: «È la fine di un incubo»

Era la serata del 24 novembre 2015 quando il gioielliere 60enne Rodolfo Corazzo si apprestava a rientrare nella sua abitazione di Lucino di Rodano, in via Matteotti. L’uomo aveva appena parcheggiato la moto quando tre uomini armati e incappucciati, che parlavano italiano con uno spiccato accento dell’Est, lo avevano sorpreso alle spalle, immobilizzato e trascinato in casa. All’interno della villa si trovavano la moglie e la figlia del commerciante, che i banditi non si erano fatti scrupolo a minacciare per farsi consegnare denaro e gioielli. La famiglia era stata tenuta in ostaggio per quasi due ore e mezza, finché Corazzo non era riuscito a impugnare la sua pistola regolarmente detenuta ed esplodere alcuni colpi. Al termine del conflitto a fuoco uno dei malviventi, il 38enne pluripregiudicato V.F., era rimasto a terra esanime, mentre i suoi complici si erano dati alla fuga. Successivamente il gioielliere venne indagato come atto dovuto per eccesso colposo di legittima difesa. Ora, però, dopo circa 10 mesi di indagini, la Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per legittima difesa. Il commerciante rodanese aveva sin da subito raccontato di essere stato costretto a sparare per difendere la sue famiglia dai banditi che avevano picchiato lui e puntato la pistola contro la figlioletta di 10 anni. Gli accertamenti tecnici e balistici disposti in fase di indagini dal pm di Milano Grazia Colacicco hanno di fatto confermato la sua versione dei fatti. La richiesta di archiviazione dovrà ora essere valutata da un giudice del Tribunale di Milano. «É la fine di un incubo - ha commentato Corazzo -. ringrazio la magistratura milanese per la sensibilità dimostrata nei miei confronti e i carabinieri di Pioltello e Monza che dal giorno della rapina hanno fatto moltissimi passaggi davanti a casa mia». 
Redazione Web