«Brandendo una pistola e un coltello ci ha legato con le fascette, ha sparso la benzina dappertutto, e ha minacciato di fare esplodere il pullman»

Questa, la drammatica testimonianza di una delle alunne scampate alla tentata strage di stamattina sulla Paullese

L'Istituto Margherita Hack

L'Istituto Margherita Hack

La testimonianza di una bambina trasportata all’Istituto Margherità Hack in via Croce Rossa 4 a  San Donato Milanese dà il segno di quanto il senegalese alla guida del bus dirottato, fosse deciso a compiere una strage. Forse un atto dimostrativo, gli inquirenti stanno scavando per venire a capo dei motivi del rapimento. Quello che conta, per fortuna, è che il pazzo è stato fermato dagli agenti dell’Arma:
«Ci ha minacciato con la pistola e il coltello - racconta la ragazzina messa in salvo dai soccorsi -. Ci diceva che se ci fossimo mossi avrebbe versato la benzina e avrebbe dato fuoco. Continuava a dire che le persone in Africa muoiono per colpa di Di Maio e Salvini. Ci ha attaccato i polsi alle poltrone con delle fascette da elettricista in modo non potessimo muoverci. Ci ha sequestrato tutti i cellulari, ma un mio compagno è riuscito a nasconderne uno con il quale ha chiamato suo papà che è riuscito ad avvertire i carabinieri. Buttava la benzina per terra e ci diceva che non ci sarebbe successo niente. Ogni volta che si fermava buttava altra benzina per terra. Ci insultava con le peggio parolacce, faceva delle frenate improvvise tanto che un nostro accompagnatore è caduto e si è anche ha fatto male alla schiena. Sotto la minaccia delle armi  continuava sempre a dirci se i carabinieri fossero intervenuti avrebbe fatto esplodere l’autobus».

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