Certosa: si teme la chiusura dell'oratorio

La voce del quartiere è stata espressa da una lettera indirizzata ai Monsignori di Milano - Carlo Maria Radaelli e Mario Delpini - oltre che al sindaco di San Donato Mario Dompè. Dopo il trasferimento di don Alfredo, la piccola parrocchia è stata affidata alle cure di don Roberto, parroco della Chiesa dell’Incarnazione di via Di Vittorio. Don Roberto, ormai da qualche mese, celebra messa a Certosa ma, dovendo gestire due parrocchie, non riesce a dirigerne l'oratorio, che per due giorni a settimana (lunedì e sabato) è stato addirittura chiuso. «La nostra Parrocchia è sempre stata una comunità piccola ma accogliente, unita, viva nelle attività per bambini e ragazzi - si legge nella lettera dei parrocchiani -; ci chiediamo come mai la Parrocchia dell’Incarnazione ha due preti, due suore e un’animatrice e noi non possiamo avere un nostro parroco. Che futuro può avere una comunità, quando i bimbi vengono mandati in un’altra parrocchia per fare oratorio? Il nostro quartiere è sempre stato penalizzato». Una situazione di disagio confermata dal Comitato Quartiere Certosa, che mette luce sui problemi che si annidano tra le pieghe di questo abbandono. «Già la mancanza del Catechismo presso la nostra Parrocchia crea non poche difficoltà alle famiglie, costrette a far percorrere ai ragazzi il tunnel in orario serale per raggiungere la chiesa di via Di Vittorio; un'ulteriore riduzione delle attività dell'oratorio sarebbe un danno per i residenti, considerato anche l'imminente aumento di popolazione dovuto alle nuove abitazioni». É il commento Luciana Menegazzi, vicepresidente del Comitato, che rincara la dose con interrogativi duri a pronunciarsi: «Quali servizi potranno usufruire i nuovi abitanti del quartiere? Quali punti di riferimento? Quale accoglienza verrà data ai bambini? Dove andranno a giocare?».

Elisa Murgese