«Grazie al papà il boomerang è la mia passione»
Vive a San Donato Milanese, ha sedici anni e una grande passione per uno sport poco conosciuto
09 dicembre 2011
Alessandro Scarpellino è un ragazzo di sedici anni come tanti, all'apparenza, ma si differenzia per la passione per uno sport fuori dal comune. «È stato mio padre a farmi innamorare del boomerang. Quando avevo solo tre anni ha iniziato ad avvicinarmi a questo sport che lui ha sempre praticato. Sono quasi quindici anni che lancio!» ha dichiarato questo giovanissimo atleta. In inverno la frequentazione del Liceo scientifico e lo studio lo impegnano per molte ore ed è costretto a diminuire gli allenamenti, che però rende sempre intensi e almeno di due ore. L'estate è certo una stagione più propizia per chi, come lui, si prepara per partecipare a competizioni di un certo livello. Alessandro, infatti, lo scorso luglio si è aggiudicato la vittoria nella categoria juniores dei Campionati europei di boomerang a Bordeaux, precisamente nella categoria dei lanci di precisione che devono superare i venti metri. Ogni torneo ha infatti sei discipline che prevedono diversi tipi di lancio, gli atleti salgono sul podio per ognuna di queste e poi, in base alla media dei punteggi conseguiti, si ottiene una classifica generale. Quello recente di Bordeaux però non è stato un successo isolato. Nel 2008 Alessandro ha fatto parte della squadra nazionale italiana di boomerang e agli Europei del 2009 si è distinto come migliore nella classifica generale degli under 18. «Il boomerang – spiega Alessandro – prevede che ogni anno ci sia una competizione mondiale o europea. Le gare di carattere regionale e nazionale servono per selezionare i sei migliori che potranno poi fare parte della squadra italiana. Per questo mi sto già allenando da tempo per i mondiali del 2012 che si terranno in Brasile». Questo è uno sport che permette di viaggiare molto: come sono i rapporti con gli altri atleti stranieri? A questa domanda Alessandro ha risposto spiegando che le competizioni internazionali sono un'ottima occasione per allenare l'inglese e che si sente qualche volta via Facebook con i suoi avversari. Alessandro ha poi voluto precisare: «Il boomerang da competizione non c'entra niente con quello conosciuto da tutti. Ha quattro pale, anche perché quello a due, usato dagli aborigeni, non era stato pensato per tornare indietro ma solo come arma per colpire le prede». Questo atleta sfata un mito: quindi, il bomerang tradizionale non "torna"? Alessandro spiega che solo se accuratamente lavorato, levigato e piegato può farlo, ma non rende certo come quelli che vengono usati nelle gare.
Eleonora Tosco
09 dicembre 2011